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Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale - Eduardo Viveiros de Castro - copertina
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Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale
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Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale - Eduardo Viveiros de Castro - copertina
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Descrizione


La prospettiva tracciata da Viveiros de Castro, i cui contributi sono da anni al centro del rinnovamento concettuale dell'antropologia, si fonda su un'opzione antinarcisistica, capace di infrangere la sovranità del soggetto analizzante (antropologo) e il suo presunto primato sull'oggetto analizzato (le società amerindiane). Non è un caso, infatti, che Metafisiche cannibali sia concepito come la presentazione di un altro suo libro, ancora non scritto, intitolato L'anti-Narciso, tutto giocato proprio su questa rottura della relazione dicotomica tra soggetto e oggetto, laddove l'altro, tradizionalmente considerato oggetto dell'indagine, diviene invece fonte preziosa di concettualizzazioni, di epistemologie, di punti di vista indispensabili alla sua (e alla nostra) comprensione. Di qui la domanda-chiave, che orienta tutta la ricerca: qual è il debito concettuale dell'antropologia nei confronti dei popoli che studia? Rispondere a questa domanda, pensare l'antropologia come esercizio di infinita traduzione e di "equivocità controllata", significa partire da un assunto fondamentale: le concezioni e le pratiche che caratterizzano la ricerca antropologica provengono sia dai mondi del "soggetto" sia dai mondi dell'"oggetto", affermandosi tra i due una "alleanza sempre equivoca ma spesso feconda", capace di spiazzare ogni approccio di tipo dualistico. Questo radicale spostamento di prospettiva - sostenuto da una feconda ibridazione che collega l'antropologia strutturale di Lévi-Strauss alla filosofia "rizomatica" di Deleuze e Guattari - definisce la nuova missione dell'antropologia: quella di essere "una teoria-pratica di una decolonizzazione permanente del pensiero", che restituisce al sapere dell'Altro il posto a lungo negatogli nell'orizzonte della conoscenza. E a partire da questa impostazione che nasce una originalissima rilettura dello strutturalismo, della "se-miofagia" e delle popolazioni amerindiane, o dello sciamanesimo come attraversamento delle barriere ontologiche.
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Dettagli

2017
25 maggio 2017
237 p., Brossura
9788869480522

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jole
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un testo allucinante, che è capace di destrutturare ogni certezza. assolutamente da leggere.

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Velt77
Recensioni: 5/5
Uno dei libri più complessi.

Uno dei libri di antropologia più complessi. Richiede una conoscenza approfondita preliminare e una certa perizia nel districare il filo del discorso ma è fondamentale per comprendere fino in fondo la radicale diversità di un mondo culturale così distante dal pensiero occidentale. A distanza di anni resta ancora fecondo.

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Eduardo Viveiros de Castro

1951, Rio de Janeiro

È docente presso il Museo Nazionale dell’Università Federale di Rio de Janeiro, l’istituzione il cui recente tragico rogo ha segnato un punto di non ritorno negli studi sull’America indigena. Ha lavorato tra l’altro a Cambridge e al CNRS in Francia. Tra i suoi libri, tradotti in molte lingue, ricordiamo The Relative Native (Hau Books, 2015), Metafisiche cannibali (ombre corte, 2017), Esiste un mondo a venire? (con Déborah Danowski, Nottetempo, 2017), Prospettivismo cosmologico in Amazzonia e altrove (Quodlibet 2019).

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