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Un vero pugno nello stomaco. Un film che fa rabbia nella sua verosimiglianza. I Sentimenti coinvolti spaziano dalla rabbia al dolore, dall’impotenza alla sete di vendetta. L’unico assente è l’amore, dove questo non è inteso come amore “familiare”.
I figli crescono e ora non sono più i bambini ripresi nei filmini di famiglia, Ad accorgersene nella maniera più drastica non fa di certo eccezione la famiglia di Sergio e Valeria, lui autista d'ambulanza e lei casalinga, con una figlia che con l'arrivo del primo ragazzo vede la sua vita cambiata. Ivano De Matteo,noto al grande pubblico per il ruolo d’ Er Puma nella serie TV Romanzo Criminale, fa centro, aggiungendo alla sua filmografia un’attenta esplorazione dell’animo umano. Un’esplorazione iniziata attraversando i problemi dei padri divisi (Gli Equilibristi, 2012) fino a denunciare le ipocrisie borghesi (Villetta con Ospiti, 2019) passando per i drammi morali di una coppia di fratelli (I nostri Ragazzi, 2014). Tratto da un soggetto di Edoardo Leo e sceneggiato dallo stesso De Matteo affiancato dalla moglie Valentina Ferlan, Mia narra un coacervo di problemi in cui una famiglia moderna, con una figlia modello, può rimanere coinvolta, non certo immune dai pericoli di stalking, minacce, fino al Revenge Porn. Tutti gli attori restituiscono alla pellicola una cifra stilistica di grande livello. Dolore, paura e rabbia sono sottolineati da ogni componente nella maniera più apodittica possibile. Greta Gasbarri, per la prima volta sul grande schermo, recita il ruolo di una ragazza come tante, avvicinata da un ragazzo inizialmente capace di mimetizzarsi per quello che in realtà non è. Riccardo Mandolini, fra i protagonisti del serial Netflix Baby (id., 2018-2020), è tanto bravo a calarsi nella parte al punto di farsi odiare nella maniera più viscerale possibile. Completa il cast Edoardo Leo nel ruolo di Sergio, padre al quale il destino ha presentato un conto molto alto. Limite del film il desiderio di descrivere il sovrapporsi di numerosi problemi in cui le nuove tecnologie la fanno da padrone. Ma al netto di questa sbavatura la resa è un pugno nel centro dello stomaco. Un pugno che però ha l’indubbio merito di svegliare e non anestetizzarci.
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