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Il report autobiografico, pluripremiato e graffiante, del primo dell'autrice verso la ricerca della propria identità e l'accettazione della propria sessualità.
«"La mia prima volta" è un romanzo di formazione omosessuale in una società schizofrenicamente divisa tra ossessione per la tradizione, protocolli e ultra-modernità; ma è anche un racconto onesto, generoso e universale dedicato a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno sofferto di dolore esistenziale durante gli anni della crescita» – Valentina Della Seta, Il Venerdì
28 anni. Zero autostima. Nessun futuro. Nessuna esperienza sessuale. Dopo una vita vissuta tra depressione, problemi alimentari e di autolesionismo, una ragazza decide di affidarsi ai servizi di una escort per affrontare il primo passo verso l'esperienza che spera la renderà un'autentica persona adulta. O che le permetterà, almeno, di ricevere un abbraccio.
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Kobi Nagata si scopre e si lancia nel romanzo formativo attraverso il racconto autobiografico, battendo la strada della sessualità in un mondo che poco alla volta si avvicina sempre di più ai diritti LGBTQ+. L’autrice sviscera le proprie insicurezze personali tentando di individuarne le cause, in una sorta di romanzo fiume che, al netto delle buone intenzioni, si rivela a tratti un po’ fiacco e a tratti un po’ irritante: il continuo scarico di responsabilità a terze parti (i genitori e la figura materna in generale) indeboliscono le posizioni della protagonista – i suoi sistematici tiri e molla alla lunga finiscono per stancare - e del volume in generale, compromettendo quello che sarebbe un naturale percorso di crescita. Comunque curiosa di seguire come evolverà questa parabola.
È la storia autobiografica di quando l'autrice ha deciso di far sesso per la prima volta, a anni 28, rivolgendosi a un servizo di prostituzione, e scegliendo di fare l'esperienza con una donna. Certamente è un libro sulla scoperta della propria sessualità, partendo non dal rigetto dell'eterosessualità, ma da zero. Ma se avete esperienza della depressione, non potete che considerarlo un libro che racconta la depressione. Finito il liceo, la depressione inizia a plasmare la sua vita, e Kabi ci convive. Se non sapete come si fa a vivere con la malattia, Kabi ve lo racconta. E raccontandolo lo spiega. L'ha spiegato anche a me, che pure sapevo tutto ma leggendolo ho pianto in due occasioni. Ciò che rende speciale questa autobiografia dei sentimenti è il tono di semplicità e precisone, di spaventosa sincerità, con cui sentimenti, emozioni, disagi complessi vengono sviscerati e poi inchiodati alla pagina in una vignetta che ti spiega il dolore, da che problema viene. Ma Kabi ti spiega anche il sesso, dal punto di vista di chi non ci è incappata nella vita in modo "spontaneo", e quindi forse ha l'occasione di capire meglio cosa significhi, e quanto sia difficile far sesso. Perché il sesso è una relazione interpersonale a prescindere dall'amore, e richede skills emotive di livello esperto. Se non ci credete, leggete cosa Kabi ha da dire. Nel libro è dedicato ampio spazio a come l'autrice sia arrivata alla consapevolezza di volere far esperienza del sesso, in un contesto in cui l'assenza di intimità fisica è solo una delle mille assenze che conosce; è dedicato altrettanto spazio al resoconto puntuale di come è andata, e alle riflessioni successive. In mezzo c'è tutta la giovinezza di Kabi, in particolare la ricerca del proprio posto nel mondo, la vocazione, l'indipendenza, IL LAVORO da cui dipende il diritto a esistere delle persone. C'è anche il rapporto conplicato con la famiglia, raccontato con una sincerità spiazzante che non crea vittime né carnefici, solo "persone".
La mia prima volta è un volume autobiografico nel quale Kabi Nagata racconta di quando si è sentita così sola da chiamare un servizio di escort lesbo. Nonostante a prima vista possa sembrare un libro frivolo e sconclusionato, esso si rivela invece caustico, cinico e doloroso poiché descrive l’insicurezza, la solitudine e il desiderio di affetto di una ragazza di 28 anni, la quale soffre di molteplici disturbi psicofisici e che è alla ricerca di un modo per diventare adulta e per vivere accettando sé stessa, pur essendo altamente condizionata dall’approvazione dei suoi genitori. In questo report, l’autrice decide di raccontare, con un’onestà estrema e un grande dolore, quelli che sono stati gli anni più bui della sua vita. La parola “incomunicabilità” è la parola chiave dell’intera storia: Kabi non riesce a comunicare il suo disagio, nemmeno ai suoi genitori, i quali ripongono in lei grandi e numerose aspettative, che finiscono per schiacciarla sotto un peso difficile da sostenere. A 28 anni Kabi non ha mai frequentato nessuno, non ha mai avuto alcuna esperienza sessuale e nemmeno si può definire un membro attivo della società: non si sente ancora adulta ed indipendente e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo, dove sentirsi utile, importante, amata e protetta. Proprio per questi motivi, Kabi decide di fissare un appuntamento con una escort con l’obiettivo di diventare adulta e di ricevere quell’abbraccio e quell’affetto verso i quali è alla spasmodica ricerca da tutta la vita. Kabi descrive una relazione intima particolare, in quanto è assente qualsiasi forma di erotismo, riportando la sua difficoltà e la sua paura per la mancata fiducia negli altri e per l’impossibilità di aprire il proprio cuore in una relazione intima. Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono immergersi in una lettura entusiasmante, emotivamente coinvolgente e dolorosa, ma anche ironica e divertente.
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