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«Ti sei fatta fregare da uno scadente sabato notte. Inerme, hai fatto una fine stupida e brutale.»
La madre di James Ellroy venne assassinata in una tragica notte a El Monte quando lo scrittore aveva appena dieci anni. La trovarono dei ragazzini, riversa sulla schiena. Il coroner stabilì che era morta per asfissia dovuta a strangolamento mediante lacci. La polizia non scoprì mai chi fosse l'autore di quel brutale omicidio. Trentasei anni dopo Ellroy riapre l'indagine. Presa visione del fascicolo della polizia relativo a quel caso insoluto, lui stesso diventa investigatore per scoprire l'assassino. Con le fotografie del cadavere della madre davanti agli occhi fa della sua autobiografia un romanzo di una forza sorprendente. Costruire storie, prima immaginarie, poi autobiografiche ha permesso a questo grande scrittore di sopportare una realtà cruda e impietosa, di riscrivere le regole del noir, di salvare la figura di sua madre e se stesso dai successi più oscuri della propria coscienza.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il romanzo esplora un delitto atroce e vero: la morte della madre di James Ellroy nel '58, quando lui aveva solo 10 anni. Riaprendo le indagini nel '95 con il detective Bill Stoner, Ellroy ha cercato di risolvere il caso, affrontandolo a muso duro per ottenere una sua personale resa dei conti. L'omicidio fu brutale, Ellroy non risparmia il lettore e naviga i luoghi fisici e psichici del delitto. Egli esplora non solo il suo passato ma anche Los Angeles e la sua storia, poi ricostruendo delitto e indagini. Ellroy ci fa anche rivivere la sua infanzia, come è cresciuto fino al suo presente e facendo i conti con se stesso in modo onesto. Tra i migliori lavori letti di Ellroy, che qui si eleva persino oltre il rango di eccellente scrittore di drammi e noir e fa di un evento traumatico reale un'opera d'arte.
Un libro che ogni vero fan di Ellroy DEVE leggere. L'origine delle ossessioni (Elizabet Short - Dalia Nera in primis) e dei temi ricorrenti in tutte le sue opere viene analizzata dall'autore in persona. Un evento traumatico segnerà per sempre la vita del piccolo James e sarà caratterizzante di tutte le tappe fondamentali della sua esistenza. Il lettore ha finalmente in mano la chiave assoluta di questo genio del noir, che in questo libro si espone, disinvolto come sempre, come mai prima d'ora. Ho adorato come il libro sia scritto in classico stile Ellroy: nomi, fatti, date, scene del delitto che si alternano in un vortice preciso e ossessionante. Metto tre stelle perché c'è un eccessivo dilungamento su alcuni particolari e casistiche che rendono a tratti pesante la lettura. Per il resto, storia interessante che aggiunge particolari accurati al quadro degli anni '50 Losangelini, perfetto per i morbosi amanti del genere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro è il culmine di una produzione i cui precedenti capitoli assumono il senso di "prove generali". Questa per Ellroy è la prova suprema, la sua vera storia e la storia della donna dalle chiome fulve, la Rossa, da cui non ha mai smesso di essere affascinato.
La pagina iniziale e la pagina finale del libro racchiudono l'intero significato, il perché Ellroy è diventato scrittore, e in particolare il perché de "I miei luoghi oscuri".
Costruire storie, eventi, persone nella mente, narrare dentro di sé, fino a produrre "il romanzo", prima solo nell'immaginazione, poi materialmente scrivendolo: questo è il filo che permette anche nei momenti più "oscuri" un aggancio alla vita, una forma di equilibrio intellettuale la cui perdita, anche solo momentanea, crea tanto panico da riportare Ellroy con sempre più energia a lasciare il degrado fisico e morale in cui si era gettato.
E poi "la Rossa". Una donna, "la donna", per lui ragazzino, per lui, giovane e poi, finalmente, per lui adulto, "la madre". L'odio e il disprezzo a lungo provato, scelto, fomentato dal padre, nei suoi confronti e l'attrazione violenta, aggressiva, sconvolgente per lei che era sesso e negazione, passione e rifiuto fino a recuperare attraverso l'attraversamento di tutti i luoghi oscuri della propria coscienza la sua figura vera, di lei donna che soffre, che cerca di vivere come può, come le è permesso, nella ottusa e violenta realtà americana.
La strada per questo itinerario psicologico viene spesso a sovrapporsi all'indagine poliziesca, anzi è proprio questa che Ellroy, dopo anni dall'omicidio, riapre, in modo minuzioso, quasi ossessivo, tenendo sempre, e per la prima volta dopo tutti quegli anni, davanti agli occhi le fotografie del cadavere della Rossa, per vederla così, nella più orribile e misera delle immagini, dopo le innumerevoli rappresentazioni mentali che di lei si era costruito.
Un cammino che porta a un ritrovamento, come nel più classico dei romanzi, interiore, se non fisico, dell'oggetto d'amore. Ma la strada per raggiungere l'oggetto d'amore è stato un viaggio nell'Inferno, l'inferno di un'America che abbandona chi non è in grado di mettersi in competizione, che propone modelli di vincenti e una realtà di sconfitti, che Ellroy guarda perennemente "dal margine", dal "sottosuolo".
A cura di Wuz.it
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