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Shailja Patel, poetessa afroindiana, di discendenza indiana, nata e cresciuta in Kenia, è attiva in numerosi movimenti pacifisti e femministi negli Stati Uniti e non solo. Con la forma poetica della spoken word, recitazione in cui il corpo e la voce pesano quanto le parole, ha suscitato grande emozione. Il suo ultimo lavoro è Migritude, in cui dà voce a tutti gli "invisibili" del mondo globalizzato, costretti a emigrare per povertà, guerre o persecuzioni. Srotolando antichi sari di famiglia, racconta storie di sopravvivenza quotidiana dalla diaspora asiatica in Uganda all'Afghanistan, dalla Palestina all'Irak.
Diviso in 17 frammenti, questo primo movimento di Migritude è unificato sotto il segno del Sari, un oggetto di scena carico di valenze e di livelli di significato. Nella sua versione teatrale, 16 sari tirati fuori dal baule del corredo che una madre rassegnata ha spedito alla figlia moderna, caparbia, renitente al matrimonio mettono in risalto la tensione tra le aspettative genitoriali e le ambizioni della figlia ostinata e poco tradizionale che insiste a mantenere la sua identità di artista. Si sente la voce della ragazza esporre un punto di vista orgogliosamente femminista-"migrantista" in alternanza dialettica alla voce petulante della madre, la cui forza emerge in maniera autonoma in quattro lettere. In questo primo movimento, è infatti la figura della Madre a stagliarsi "in tutta la sua magnificenza ferita". Nella concezione dell'opera l'autrice prevede altri tre libri: un movimento dedicato al Padre, uno al Maestro ed infine all'Ospite, secondo la sequenza dei "primi quattro Dei" dell'istruzione induista rivolta al bambino.
In questo primo movimento dedicato alla Madre, nel corso di 17 sketch poetici, Shailja Patel presenta al pubblico una meditazione sui processi coloniali e post-coloniali, particolarmente su come si sono manifestati in Kenia, la sua terra nativa. La poetessa seziona tali processi a livello storico e psicologico framezzando racconti della propria famiglia a testimonianze di donne Masai e mettendo in evidenza gli impatti subiti da migranti nei quattro continenti di Africa, Europa, Asia e America del Nord.
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