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Una minima infelicità
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Una minima infelicità - Carmen Verde - copertina
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minima infelicità

Descrizione

Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2023

Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.

«Ho letto il romanzo di Carmen Verde. Mi è piaciuto. Ha un ritmo veloce e leggero, come un treno che attraversa la notte con tutte le luci accese. Guardi stupito e ti chiedi chi siano quelle sagome che appaiono dietro i vetri. L'autrice conosce la geometria dei segreti e sa come giocare con il lettore». - Dacia Maraini

«Una minima infelicità è un libro pieno di ossessione e dolcezza, di crudeltà e pietas. Ha dentro la meravigliosa complessità di certe miniature, dove la cura per i dettagli rivela un mondo insieme familiare e straniato, ed è proprio nello scarto tra queste due dimensioni che si insinua la scrittura precisa ed evocativa di Carmen Verde». - Veronica Raimo

«Una storia per chi non ha timore dei sentimenti inespressi, dell’incompiutezza, di un dramma senza colpevoli. Per chi è in grado di accettare una vita che scorre senza lasciare traccia.» - Camilla Monaco per Maremosso


Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto. Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture. La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione.

Proposto da Leonardo Colombati al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Ho avuto la fortuna di seguire la materializzazione di Anna e Sofia – la figlia e la madre protagoniste del libro – da idee a compiuti personaggi letterari, con la sensazione che queste figure così sapientemente ritagliate abbiano tutte le caratteristiche per diventare come i geni delle favole arabe, così ingombranti e vitali da dover per forza uscire fuori dalle loro bottiglie: è il destino dei personaggi riusciti, più grandi delle opere che li contengono, a partire – dall’alto – da gente come Falstaff per finire, appunto, alla piccolissima Anna. Talmente piccola Anna, che deve per forza guardare tutti dal basso in alto: il che è un’ottima cosa per una macchina narrativa. Anche perché, per meritare lo sguardo della propria madre, Anna deve affinare il suo, concentrandosi proprio su sua madre come unico soggetto. È una scelta, una necessità, un atteggiamento che – senza svelare troppo le carte – ha a che fare con la letteratura: se, come io credo, il romanzo è l’arte di mettersi nei panni degli altri, quello di Carmen è un romanzo perfetto, per l’attenzione, mai giudicante, con cui la figlia posa gli occhi sull’oggetto del suo amore. La migliore letteratura è quella che, sotto traccia, trova anche il modo di riflettere su sé stessa. Carmen, con il suo stile elegante, ne è un esempio. Spero per il libro che trovi la sua strada. Carmen di sicuro l’ha già trovata. Mi auguro comunque che questa sua prima prova incontri il vostro interesse.»

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Dettagli

2022
8 novembre 2022
160 p., Brossura
9788854524965

Valutazioni e recensioni

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Laura
Recensioni: 4/5
profondo

Candidato al Premio Strega 2023. "Papà era infelice, come noi, non meno di noi. Scoprirlo fu elettrizzante, annullò subito ogni distanza. Finalmente qualcosa ci univa, faceva di noi una vera famiglia." Un piccolo libro dolente, composto di brevi pensieri profondi, immagini fissate come su una pellicola fotografica. E su tutto l’ incomunicabilità, una sofferenza inespressa, lieve, che aleggia sempre ovunque. A me è piaciuto.

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La Pizia
Recensioni: 5/5
Mi ha affascinato, ma non ho il coraggio di regalarlo alle amiche

Bello e terribile. Ne consiglio sicuramente la lettura. Molto interessante lo stile

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Laura
Recensioni: 4/5
Dolente

Candidato al Premio Strega 2023. "Papà era infelice, come noi, non meno di noi. Scoprirlo fu elettrizzante, annullò subito ogni distanza. Finalmente qualcosa ci univa, faceva di noi una vera famiglia." Un piccolo libro dolente, composto di brevi pensieri profondi, immagini fissate come su una pellicola fotografica. E su tutto l’ incomunicabilità, una sofferenza inespressa, lieve, che aleggia sempre ovunque. A me è piaciuto.

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Voce della critica

Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Una minima infelicità

L’infelicità è un buco nero: una volta che ci sei scivolato dentro, nessuno sa come ripescarti. Puoi avere tutto, i soldi e una famiglia, così come puoi avere niente, e in entrambi i casi, ti sembra sempre di camminare nel vuoto. Ti perdi tra gli angoli remoti della mente, del tuo mondo grigio. La tua casa è il buco nero e continui a lavarti nell’acqua stagnante della quotidianità di dolore e noia. Servono a poco nuove braccia nelle quali tuffarsi oppure ore passate a lavorare perché tu, pian piano, stai dimenticando come vivere o forse stai prendendo coscienza di non averlo mai saputo e d’altronde, cercare caduchi appigli è più triste che non averne affatto: ti illudi di essere salvo e questa illusione è un peso in più da portarsi addosso, allora cedi sotto le macerie dell’anima.

È questo il destino di Annetta, di Sofia Vivier e di Antonio Baldini, ovvero i personaggi di “Una minima infelicità” di Carmen Verde. Attraversando ogni capitolo, leggi la sofferenza in tutti, capisci il tentativo disperato e fallimentare della vana ostentazione di felicità di una famiglia che, in realtà, sta cadendo a pezzi. Segui pagina dopo pagina tutti i loro passi cadenzati e stanchi, raccontati da Annetta che riconosce la sopravvivenza come unica forma di vita e la sconfitta come unica condizione per sopravvivere, che ha bisogno d’amore ma che, alla fine, si accontenta sempre di qualche fuggevole attenzione. Li vedi infine spegnersi uno dopo l’altro e ti chiedi se non si fossero spenti già da prima.

Questo libro è stupendo, la scrittura di Carmen Verde poetica e fulminante, rappresenta esattamente quello che io desidero trovare nei libri che leggo: umanità, chiarezza ed empatia. Inoltre, credo che rappresentare le tribolazioni dell’animo senza ricadere nel retorico, senza cliché, sia molto difficile, nonostante l’infelicità, in un certo senso, sia una tendenza naturale e abituale per l’uomo. La penna della scrittrice riesce a trasportare, non annoia e non fa reprimere, ma anzi dà il coraggio per guardarsi dentro. Io, che leggo per conoscere e per conoscermi, ho trovato tutto ciò molto illuminante.

Francesca Festa, classe IV°D del liceo scientifico statale “P.S. Mancini”.

Professoressa referente: Mara Lo Russo

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Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Carmen Verde, "Una minima infelicità"

Un romanzo intimo, quello di Carmen Verde, che con un flusso di ricordi ci trascina quasi con irruenza all’interno della casa di Annetta per poi sbarrarne la porta. Non si esce da queste mura claustrofobiche che trattengono un’aria viziata, un’aria che sa di amore malato, quello di una madre e una figlia, che entra nei polmoni e li comprime perché troppo grandi per quella casa in cui regna il piccolo. Su una parete dei segni graduati misurano l’altezza di una bambina che negli anni si è scordata di crescere ma che anzi ha tentato di rimpicciolirsi, di limitare i suoi orizzonti, pur di non infastidire, di non ingombrare.

Imparai negli anni a stare come una cosa piccola e morta sotto gli occhi immobili di mia madre. La più piccola e morta di tutte le cose”.
Non c'è luce dentro la stanza, Annetta ha sempre vissuto al buio, oscurata dall’ombra di sua madre, una bellezza inafferrabile in cui la bambina ha incessantemente ricercato una briciola di quell'amore mai concesso, giacché Sofia "credeva nell'amore come altri credono in Dio, ma in lei l'amore non aveva mai creduto".
Innumerevoli sono gli spazi bianchi nelle pagine, che molto spesso tentano di colmare il vuoto lasciato da fotografie assenti, che catturano un eterno presente in cui i morti si risvegliano e guardano nell'obiettivo, o forse più in là, lacerano la dimensione del tempo e raggiungono gli occhi di Annetta che, ormai sola e adulta, percepisce per la prima volta lo sguardo di sua madre su di lei. "Mamma non mi guardava mai. Ma la sua indifferenza non faceva che accrescere il mio amore già smisurato". Un amore morboso, volto alla ricerca del compiacimento, delle attenzioni di una madre distante, di uno sguardo affettuoso mai rubato, di una carezza mai ricevuta.
Tra le mura della casa si muove impercettibile anche un'altra ombra, quella del padre Antonio, una figura quasi anonima che si nasconde quatta quatta dietro a poche parole e che completa il quadro di una famiglia spezzata, accomunata soltanto da una terribile infelicità.
Nella copertina, nonostante la posizione marginale, colpisce fin da subito lo sguardo perforante della ragazza, colta in un momento spontaneo, naturale, che presagisce uno stile narrativo estremamente schietto e curato, ornato da una scrittura sensibile, minuziosa, introspettiva.


È un libro che nella sua brevità affronta con sostanzialità l'intricato rapporto tra una madre ed una figlia, portando a riflettere su questo legame spesso trascurato ma indispensabile.Lasciate che i giaggioli siano gialli, che gli iris siano azzurri, che i piccoli restino piccoli per l’eternità."

Estel Peneva IIIA

Liceo Linguistico Giuria dell'I.I.S Sansi Leonardi Volta

Docente referente: Prof.ssa Lucia Romizzi

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Conosci l'autore

Carmen Verde

Carmen Verde è un'autrice italiana. Nata a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta,i suoi racconti sono stati pubblicati da Nottetempo, Babbomorto Editore, Cadillac e Succedeoggi, e Tapirulan (Sjette). Nel 2018 è stata segnalata come autrice dal Premio Calvino. Nel 2022 ha pubblicato per Neripozza Una minima infelicità, libro candidato al Premio Strega 2023.Fonte immagine: sito web Neri Pozza Editore.

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