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Anno edizione: 2023
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Un intreccio di storie pubbliche e private che faranno appassionare il pubblico femminile, il tutto raccontato con una ironia tagliente che non fa sconti a nessuno, con leggerezza, grande equilibrio e quella tenerezza che viene dal trattare la materia del cuore.
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Il Maestro e Chiara. E’ una ragazza di vent’anni Chiara Rapaccini quando casualmente si imbatte in una troupe cinematografica che sta girando un film a Firenze. E’ “Amici miei”, gli interpreti sono attori famosi Ugo Tognazzi, Bertrand Blier, Philippe Noiret, Gastone Moschin. Il regista Monicelli. Mario Monicelli e Chiara Rapaccini si innamoreranno, rimarranno coppia fino alla morte del regista. La differenza di età è abissale, ben 39 anni. Sono di due generazioni diverse, con ideali, speranze, vissuti, prospettive, caratteri fortemente in contrasto. Il famoso regista è noto per possedere una personalità ingombrante, aggressiva, fumantino, maschilista. In questa interessante biografia Chiara Rapaccini racconta del loro amore, del lunghissimo rapporto pieno di contrasti, bisticci, discussioni e liti, ma anche di un amore che resiste nel tempo. Monicelli le affibbia dei nomignoli, il più noto è “Zib” che sta per Zibibbo. Non è una biografia di coppia, è una storia corale, di un cinema che è oggi morto, ma ha rappresentato un momento importante, quello spostamento dal cinema neorealista alla commedia all’italiana. Ne sono protagonisti Albert Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e molti registi Pietro Germi, Luigi Comencini, Ettore Scola, Luigi Magni, Dino Risi, Pierpaolo Pasolini, etc. Una generazione cresciuta durante la guerra, decisamente disgustata dal fascismo, ma con una forte volontà di far ridere l’Italia della ricostruzione e del Boom economico. Chiara Rapaccini racconta di questi incontri importanti, con uomini e donne molto più anziani. Spesso si trova in situazioni spiacevoli: “Monicelli è un mostro e quelli del cinema sono matti da legare.” Tristemente, con il trascorrere degli anni, si rende conto, che la sua giovane età la mette di fronte ad un dramma generazionale: “Il cinema romano sta invecchiando più velocemente di quanto immaginassi. Gli incontri tra amici cominciano a essere più frequenti ai funerali che ai caffè o sulle terrazze romane.”
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