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Ippaso è come Pitagora da giovane: entusiasta e assetato di verità, ma anche irrispettoso, irriverente, facile preda delle emozioni, impulsivo. Bisogna insegnargli a controllarsi. Ma non c'è tempo. Quella che sembrava una domanda banale sta per mettere in crisi la scuola fondata da Pitagora. Ippaso, dedito alla ricerca della verità, non può stare in silenzio. Come reagirà il Consiglio degli Eletti? Un bel romanzo, ricco di mistero (come promesso dal titolo), che permette al lettore di conoscere la filosofia e la matematica dei pitagorici.
Non è affatto facile scrivere narrativa, raccontare storie che sappiano trattenere il lettore, creare tensione, colpi di scena, trame non banali. È ancora più difficile farlo inserendo, nelle storie narrate, concetti di matematica, garantendo il rigore e la precisione e al tempo stesso salvaguardando la piacevolezza della lettura. Ancora più arduo è ambientare la propria storia in un'epoca lontana del passato come quella della Magna Grecia del VI secolo a.C., descrivendo situazioni, luoghi, abitudini realisticamente coerenti con tale periodo. In questo romanzo breve Flavio Ubaldini è riuscito magistralmente a vincere tutte queste sfide, offrendo al lettore una narrazione convincente e piacevolissima. Non dimenticherete facilmente i protagonisti di questa storia: il divino Pitagora, il ribelle Ippaso, l'affascinante Muia, e poi Filolao, Eratocle e tutti gli altri. Con una perizia da esperto narratore, Ubaldini tratteggia le loro vicende di amicizia, amore, rivalità e passione intellettuale. Sovrapposti all'avvincente trama del romanzo, emergono alcuni dei più importanti enigmi scientifici che tormentarono gli adepti della scuola pitagorica: la relazione tra numeri e suoni, il teorema di Pitagora sui triangoli rettangoli e le sue possibili generalizzazioni, la scoperta dei numeri irrazionali. Ubaldini li espone con sapiente leggerezza, senza appesantire la storia sottostante. Consigliato anche a livello didattico, per percorsi interdisciplinari tra storia, filosofia e matematica.
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