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Si tratta di una raccolta di ventuno racconti brevi, argomenti vari che percorrendo un percorso variegato, dalla storia palermitana, al racconto nel quale compare, nel mondo di un giornalista venuto dal "Continente" per scrivere una cronaca sulla chiusura delle miniere di zolfo siciliane, un avvenimento che lo proietta in un mondo, per vari aspetti surreale, nel quale alla fine, suo malgrado, si trova a condividere i metodi non ortodossi di uno strano personaggio che, utilizzando una "misteriosa parabola" lo conduce, suo malgrado, a condividere, violentando la sua stessa natura di uomo "civilizzato" a giustificare dei delitti misteriosi. In un altro racconto, raccolto dallo scrittore, torna prepotentemente il ricordo del narrare trasognato di un giornalista "da trincea" che è riuscito a effettuare, lui solamente, una intervista alla madre del bandito Giuliano nel giorno della sua morte violenta. I racconti proseguono fra fatti di cronaca nera, gli inizi pittorici del "grande" Renato Guttuso e una ricostruzione storica, chiaramente ironica, sulla figura, simbolo e gloria del partito della Lega, Alberto da Giussano. I racconti proseguono nel ricordo di fatti, lontanissimi nel tempo, che riemergono nella mente adulta dello scrittore che da bambino, ha vissuto nel piccolo paese di Santa Flavia ai piedi del Monte Catalfano sulla cui vetta giacciono i ruderi della città punica di Solunto, per giungere alla fine, a un delirio della mente ammantato dal mistero di una atmosfera archeologica vissuta e adesso rivissuta nella fantastica ricostruzione della vita di ogni giorno e la tragica distruzione della città ad opere dell'esercito siracusano.
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