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In questo saggio Francesco Marroni, che insegna letteratura inglese all'Università di Chieti-Pescara e dirige la "Rivista di studi vittoriani", propone una lettura attenta e personale della cultura vittoriana. Attraverso le riflessioni di Thomas Carlyle, John Stuart Mill e John Ruskin, l'autore delinea lo sfondo ideologico sotteso al periodo vittoriano, di cui evidenzia l'importanza per la formazione della coscienza nazionale inglese. Da tale sfondo emergono le inquietudini di una società che, di fronte al cambiamento epocale in atto, si trova divisa fra progresso e desiderio di conservazione. Anche le teorie evoluzionistiche, che lasciano il segno sulle pagine di tanti autori, acuiscono il senso d'incertezza e il dubbio religioso, e sembrano negare ogni possibilità di realizzazione di quell'armonia vagheggiata dai maggiori pensatori del tempo. All'analisi dei presupposti ideologici e culturali dell'impero segue la trattazione dei maggiori autori dell'epoca. È soprattutto il romanzo a farsi portavoce delle questioni che infiammano il dibattito ottocentesco, portando alla ribalta la voce femminile, mettendo al centro della scena la lotta operaia, mostrando le brutture e le contraddizioni di una società deturpata dal processo d'industrializzazione e irrimediabilmente corrotta dal denaro. I medesimi nodi tematici si ritrovano nella poesia, che, grazie soprattutto all'opera innovatrice di Robert Browning, muove i primi passi verso la modernità. L'analisi dei testi condotta da Francesco Marroni rivela il permanere del modello romantico, soprattutto wordsworthiano, nella prosa come nella poesia. Su questa tradizione s'innestano vari tentativi di innovazione, cui viene un contributo fondamentale dalle arti. Ed è soprattutto la pittura, forte dell'influsso di Turner e dell'esperienza preraffaellita, a fornire lo spunto per nuovi strumenti rappresentativi e modalità espressive.
Ilaria Rizzato
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