Il mito che uccide
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28/10/2006 08:28:42
Mi stupisco di chi si lamenta per quanto è scritto su questo libro. E' una sorta di vita, romanzata su Otto Rahn, ovvio che ci sia qualcosa di inverosimile, e che alla fine qualche conto possa anche non tornare. La questione è un'altra : su questo personaggio Otto Rahn è difficile reperire matariale. Attorno a lui c'è molta leggenda e poca verità. L'autore s'impegna a fare un pò di chiarezza. Prima di tutto, il fatto che Rahn sia stato un nazista non lo aiuta certo a riabilitarsi, anzi solo x questo molti tendono ad evitarlo o a non parlarne, come se non fosse mai esistito. Invece l'autore coraggiosamente fa luce su questo misteriso personaggio. Io lo definirei il precursore di tutta la cultura new-age, esoterica, di questo inizio millennio, il "padre" della Montsegur del Graal. Se oggi a Montsegur c'è turismo, misticismo, esoterismo in primis è senz'altro merito di Rahn. Ottimo lavoro di Mario Baudino, il suo libro fa bella mostra di sè nella mia libreria, ci voleva qualocsa su Otto Rahn
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21/01/2005 12:54:20
Mi associo pienamente alla recensione di Massimo Mazza, complimentandomi comunque con l'autore per l'impegno, ma ammonendolo allo stesso tempo per la confusione profusa. Ne sconsiglio l'acquisto a quel prezzo!
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26/08/2004 17:27:10
Letta una lusinghiera recensione del libro sull'inserto "Tuttolibri" de La Stampa, forse mi aspettavo qualcosa di più. E'vero che Baudino racconta la vita di Otto Rahn come un romanzo giallo e che, riportando testimonianze discordanti o addirittura frutto di fertile fantasia altrui, riesce a ricostruire con discreto successo l'enigmatico carattere del protagonista, tuttavia l'eccessiva mole di informazioni e il non sempre costante riferimento alla cronologia dei fatti fanno sì che, a tratti, il lettore si smarrisca. Nella circostanza l'aggravante è che chi legge rischia concretamente di perdere quel sottile filo immaginario che lo lega all'atmosfera magico-esoterica, perno della narrazione. Non potrebbe essere altrimenti dato che, se l'associazione del mito dei Catari con il nazismo è già di per sè un'operazione ardita, figuriamoci la difficoltà dell'Autore di ricostruire il tutto per il grande pubblico assemblando le varie fonti cui Baudino si riferisce nel testo e nella bibliografia. Tant'è, da parte mia l'attesa era tanta che la piccola delusione poteva darsi quasi per scontata.
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25/08/2004 22:22:58
Mi sono improvvisamente accorto che in questo libro, appassionanate e documentato, c'è anche la vera storia di come sono nate tutte quelle leggende su Rennes-les-Chateaux che confluiscono nel Codice da Vinci di Dan Brown. E al di là di tutto questo è un bel merito per un bel libro...
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19/07/2004 23:47:08
Una buona storia davvero. Leggendolo, ho imparato molto, e mi sono anche emozionato. La vicenda dei catari, che non conoscevo, è appassionante; e soprattutto insegna come in fondo i problemi importanti, oggi come otto secoli fa, non siano cambiati molto. La storia di Otto Rahn, che cercando il Graal incontra il nazismo, mi era parzialmente nota. Ma qui l'ho trovata molto più ricca di quanto immaginassi. Un po' di delusione per come l'autore smonta la vicenda dei tesori di Rennes les Chateux. Io non riesco a rassegnarmi al fatto che si tratti di una pura e semplice invenzione, e per questo gli tolgo un voto. Ma solo per <ripicca>....
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04/04/2004 18:02:38
E' un libro molto avvincente, che racconta tre storie: quella di Otto Rahn, quella dei Catari e quella del Graal, un mito che si è incarnato nel tempo in modi davvero imprevedibili. Ho imparato molto e mi sono anche appassionato, perché <Il mito che uccide> si legge come un romanzo. C'è persino la suspence, l'attesa per come andrà a finire una storia così tragica e, diciamolo, balorda.

I miti più duraturi sono quelli che fioriscono intorno a ciò che è meno dimostrabile. Del Santo Graal, per esempio, non si è mai nemmeno saputo con certezza che cosa potesse essere, eppure fu cercato per secoli dai cavalieri, dai mistici e dagli esoteristi più devoti e solerti. Otto Rahn è uno di questi. Come nota Baudino, egli fu un "eroe dell'occultismo" e un nazista sui generis . Lo si incontra in Francia e in Germania, fra i Wandervogel e fra le SS, negli stambugi da bohémien come nei grandi alberghi degli aristocratici. Montségur, la poesia di Eschenbach e la figura di Esclarmonda di Foix furono le stelle polari di un'esistenza tutta tesa alla ricerca della verità sui Catari, giacché Rahn la giudicava fondamentale per la storia umana. Giunse a convincersi che i Catari, ostili alla tradizione veterotestamentaria, fossero anticristiani, parenti stretti dei druidi celti e protagonisti, quindi, di un "mito di morte" che ne faceva i referenti spirituali più adeguati per il popolo tedesco. Baudino, ancora una volta molto abile nell'intrecciare dimensione storiografica e dimensione romanzesca, dimostra peraltro che nell'entourage di Himmler, cui Rahn apparteneva, le ciarlatanate erano moneta corrente. Fatto è che Rahn, in ogni caso, non poté portare a termine i propri studi. Aveva infatti appena inviato una lettera di dimissioni alle SS quando morì (marzo 1939), durante una tempesta di neve a quaranta chilometri dal nido dell'aquila dove Hitler aveva fatto erigere la sua dimora. Fu suicidio? Oppure Rahn venne assassinato? Baudino sembra dare almeno in parte credito all'ipotesi di chi ritiene la morte di Rahn "firmata Himmler".
Daniele Rocca
