L'anima, nel suo raccontarsi, sembra cercare un conforto alla propria sofferenza: un'interazione con un ipotetico tu a cui chiedere comprensione, una sorta di allineamento, di corrispondenza gothiana. È una forma di discesa nelle profondità per scoprire, proprio dove la luce sembra non poter arrivare, la vita: "gettare il seme" pur sapendo che anche quello è perituro e che il tempo ne potrà cancellare anche il ricordo e la poesia attraverso la penna di Messina è un'assunzione di consapevolezza, una sorta di presa di coraggio perché significa svelare la parte più profonda di sé, equivale a fornire uno strumento contemporaneamente di conoscenza e di coscienza al lettore, come se l'evoluzione dell'anima, in una specie di gioco di specchi, fosse scoperta costante del sé lungo sfumature inattese, impreviste.)
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