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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una bella lettura soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo della filosofia.
Molto carino, un approccio semplice per spiegare la filosofia. Alle volte un po' troppo semplice, sembra un libro per bambini, ma in generale è un ottimo metodo per spiegare cose complesse con argomenti facili.
Sorprendentemente bello! Affascinante, appagante e coinvolgente!
Recensioni
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scheda di Rigotti, F., L'Indice 1995, n. 2
Siamo almeno in due in Italia a essere convinte che "Il mondo di Sofia" sia il più bel libro di filosofia uscito negli ultimi dieci anni. Che poi sia "anche" un best-seller è un'altra faccenda: ci sono libri che meriterebbero di esserlo e non lo sono, altri che non lo meriterebbero e lo diventano: meglio che a diventarlo siano anche libri degni come questo. "Il mondo di Sofia" è un romanzo, ma anche e piuttosto un giallo; è stato scritto in una lingua poco praticata come il norvegese da un insegnante medio di Bergen, al quale è riuscita un'opera di divulgazione filosofica (che non ha nulla in comune con gli scritti di De Crescenzo) chiara e comprensibile: una carrellata sul pensiero storico occidentale dai presocratici a Sartre. Come quella dei manuali del liceo: con la differenza che qui la "fictio" vuole che ci sia una giovane pupilla, Sofia Amundsen, che viene indottrinata da un misterioso "tutor", Alberto Knox, del quale la madre sospetta che faccia ben altre cose che non istruire filosoficamente la ragazza. Invece la vicenda è castissima e vede muoversi sulla scena, oltre ad Alberto e Sofia e naturalmente Platone, Aristotele, Cartesio, Kant e, soprattutto e misteriosamente presentato, Berkeley, un'amica di Sofia, Jorunn, la madre di Sofia più una serie di comparse che fanno gustose apparizioni e che rispondono ai nomi di Cappuccetto Rosso, Noè, Paperino, Robin Hood ecc., più il misterioso Albert Knag, padre di Hilde Moller Knag, una ragazza coetanea di Sofia. Gli ultimi due si infilano nella storia come personaggi di finzione ma finiscono, man mano che la narrazione procede, per scardinare tutti gli altri personaggi e mettere questi al livello di finzione innalzando loro stessi a quello di realtà. Gaarder è autore di diversi altri libri per ragazzi, che magari sarebbe interessante pensare di tradurre, e anche "Il mondo di Sofia" si qualificherebbe come tale se non fosse benissimo adatto anche agli adulti. Diciamo che si consiglia ai ragazzi e agli adulti che amano la filosofia e i bambini, fattori che secondo Gaarder più che autoescludersi si confermano a vicenda. Filosofare vuol dire rispondere a domande sul senso del mondo e della vita e chi più e meglio dei bambini sa porre tali domande, richiedendo risposte non fumose ma il più chiare possibili?
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