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Anna Folli ha il merito di scrivere un'accurata biografia di due dei più grandi intellettuali italiani e,nello stesso tempo,di offrire al lettore uno spaccato della società e della cultura del nostro Paese,dagli esordi letterari agli anni della maturità artistica di Elsa Morante e Alberto Moravia .
Potessi attribuire 110 stelline con la Lode per recensire questo testo lo farei. Una, se non LA lettura più bella intrapresa negli ultimi mesi. Una biografia a due quella che scrive Anna Folli, una penna che fluisce bene per raccontarci le vite di Elsa Morante e di Alberto Moravia, dal loro primo incontro sino agli anni della guerra per poi arrivare al successo mondiale dei due scrittori nel dopoguerra. De Benedetti, Calvino, Pier Paolo Pasolini, Dacia Maraini sono alcuni di quei nomi che popolano il mondo del fervore culturale di metà Novecento, e che assistono a liti, rappacificazioni, discordie e rivalità di una coppia che era l' emblema della letteratura italiana del periodo. Un testo da leggere per rivivere con consapevolezza quegli anni e per sognare quell'amore così imperfetto, intenso, vero e senza tempo che legava Elsa e Alberto. Indimenticabile
Un libro che ricostruisce perfettamente la tormentata storia d'amore (e letteratura) di una delle coppie più famose nel Novecento italiano. Impossibile non lasciarsi trasportare da queste pagine per finire tra quelle di Elsa e Alberto; un ottimo modo per affrontare la loro produzione con la giusta consapevolezza.
Recensioni
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Morante e Moravia, l’anima di un amore
Difficile mettere un punto su una vicenda umana, letteraria e sentimentale del genere. Forse non si smetterà mai di scrivere del matrimonio tra due protagonisti assoluti della letteratura del Novecento, come Elsa Morante e Alberto Moravia, sconosciuta ed esordiente che aveva firmato un libro di grande successo, al momento del loro primo incontro, prologo veloce dei primi convegni amorosi. Dopo il centinaio di lettere scritte dal marito alla moglie e raccolte in volume di recente da Bompiani (Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante 1947-1983), in cui Morante e Moravia emergevano come due universi magari prossimi, ma diversissimi (in tutto, perfino nelle parti della giornata da dedicare alla scrittura), questa sensazione torna fortissima, come una vampata in volto, da una doppia biografia scritta dalla giornalista culturale Anna Folli per l’editore Neri Pozza.
Il ritratto dei due ne attraversa tutte le fasi di vita, dalla tenerezza e dall’amorosa convivenza, forse dall’estasi dei primi anni, già alla fine dei Quaranta Morante e Moravia si stagliavano su tutti per talento, personalità, spessore, ai tormenti e misteri di un rapporto che si sgretolava e cambiava pelle, fra compromessi e dolori finendo per essere un disastro, tra mal di vivere, creatività, tra arte e tedio, spudorate confidenze, forse anche inevitabile rivalità. Complicatissima, visionaria, e affascinante lei (prima affascinata e imbarazzata dai salotti, poi solennemente infastidita), insofferente, tormentato, mondano e presenzialista lui. Anna Folli, con un lavoro documentato e che tiene conto di tutti e due i punti di vista, regala una testimonianza che sarà anche l’ennesima, ma è preziosa. Il risultato è MoranteMoravia. Una storia d’amore (314 pagine, 18 pagine), in cui si narra delle loro origini diverse – sebbene entrambi avessero un genitore di famiglia ebraica – del pathos di lei, della razionalità di lui, dei reciproci tradimenti: Morante e Moravia sono i due protagonisti assoluti di un romanzo che non scrissero mai, ma si limitarono a vivere.
Un amore lunghissimo, o presto finito, fatto a pezzi lungo la strada, eppure arrivato fino in fondo, nonostante altre relazioni, nonostante vuoti cosmici e allontanamenti definitivi: Morante e Moravia, un mistero, con lui seduto in corridoio ad attendere per ore, quando lei, ormai malata, sola, non lo voleva ricevere. I rapporti di forza, alla fine, sono visibilmente stravolti, Elsa Morante è un angelico ma sfrontato gigante, non l’insicura ragazzina di decenni prima. E lui che si sottraeva, viaggiava, rivendicando libertà, negli anni aveva ceduto il passo, facendo i conti non solo con la propria sensibilità al fascino femminile, ma anche con l’infatuazione della scrittrice per Luchino Visconti o con la relazione di lei e di un artista americano. Non li unì un sogno romantico, ma una passione conflittuale.
Morante e Moravia (beffardamente accanto nelle biblioteche, nelle librerie, nelle case di molti loro lettori), con le loro furibonde scenate, con la loro eroica fuga in Ciociaria, da sfollati antifascisti, con il loro amore complesso e complicato (messo in parte su carta, solo da lei, in Diario 1938, pubblicato da Einaudi, come quasi tutta l’opera della scrittrice), con la scrittura come senso del mondo per tutti e due, emergono nel libro di Anna Folli, anche attraverso molte voci di chi li conobbe e frequentò. Il volume è ricco di immagini in bianco e nero su cui i lettori faranno bene a soffermarsi: sveleranno, assieme alle pagine, l’anima di un amore, non di una storia d’amore, perché le storie, per definizione, finiscono.
Recensione di Micol Treves
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