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Il libro racconta i casi di morte più ammirevoli, impressionanti ed esemplari tratti dall'antichità greca e latina.
«Non c’è niente di cui m’informi così volentieri come della morte degli uomini: le ultime parole, l’aspetto, il contegno tenuto in quel momento. Se fossi un editore, farei un repertorio ragionato delle varie morti. Chi insegna agli uomini a morire, insegna loro a vivere» – Montaigne, Saggi, xx
«Un interessante saggio che raccoglie la narrazione di morti favolose, strane, buffe, tragiche, misteriose e divine» - Il salotto di Sherlock Holmes, Blog
Sono qui raccolte come in un repertorio le morti di poeti, filosofi, re, eroi, condottieri, imperatori, inventori, atleti, popoli interi e città. Perché questo interesse ai modi di morire dell'antichità? Perché gli antichi, ignari di quello sterile attaccamento alla vita che caratterizza l'epoca moderna, avevano elaborato forme classiche, canoni e modelli per morire in modo significativo: cioè in modo ambizioso, elaborato e appropriato per la vita di ciascuno. Sapevano gli antichi che la morte non è qualcosa che viene da fuori a prenderci e portarci via, ma è ancora pienamente dentro la vita, ci rappresenta e ci rappresenterà per sempre.Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
un libro al limite del "lo sapevate che?" della settimana enigmistica. Breve carellata sulle morte di personaggi famosi del mondo antico.E' divertente sottolineare come i capitoli siano divisi non per personaggi famosi ma per tipo di morte: suicidi morti strane stragi quasi morti ecc.. libro molto curioso e a tratti divertente. ovviamente le varie morti rispondono più a leggende che a verità storiche
Recensioni
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Il genere del catalogo ha origini antiche – ci arriva del resto dai tempi in cui si pensava di poter agilmente catalogare il mondo – e nei secoli si è evoluto in fine gioco letterario. Si tratta infatti di un’arte che richiede equilibrio tra analiticità e selezione, gusto del bizzarro e amor di rilevanza, nonché tra nozione storica e invenzione, potendo agire sui molti gradi che vanno dal “tutto vero” al “tutto falso”.
Due le case editrici italiane che ne coltivano la tradizione. Sulla sponda più classica, e orientata sulle persone, Adelphi: suo Vite immaginarie di Schwob; suoi La sinagoga degli iconoclasti e Lo stereoscopio dei solitari di Rodolfo Wilcock; suo La letteratura nazista in America di Bolaño.
Sul piano contemporaneo, e più orientato sugli eventi, c’è Quodlibet, che ci ha dato Morti favolose degli antichi e Vite efferate di papi di Dino Baldi, o ancora Incontri coi selvaggi di Jean Talon, e presso cui esce oggi il Catalogo delle religioni nuovissime, dove Graziano Graziani, già autore dell’utopico Atlante delle micronazioni, esplora l’universo dei più astrusi nuovi culti.
di Vanni Santoni
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