Come mai la musica di Hindemith, Schul o Lutoslawski è stata vietata dal regime nazista? Ogni regime autoritario si trova ad operare in più direzioni per cercare di guadagnarsi un futuro. Innanzitutto nega la libertà politica e sindacale ai propri cittadini. Non sono permessi partiti di opposizione, si vietano le manifestazioni, critiche al regime diventano un reato. Contemporaneamente mette sotto controllo o condizionamento i "media" e l'informazione per nascondere notizie negative. Questo può avvenire in maniera plateale, chiudendo per esempio testate giornalistiche nemiche, o subdola, nominando come direttori e giornalisti proprio simpatizzanti o amici. Infine organizza istruzione, cultura e intrattenimento "di stato". Ogni espressione artistica viene usata per rafforzare il nazionalismo (l'amore per la patria può tradursi facilmente in un appoggio al governo in carica), per svagare le persone (i romani dicevano "panem et circenses") o per creare cittadini che credono nel proprio regime (sia a livello scolastico che nei film o nelle opere musicali si descrivono i propri capi come grandi personaggi, come nuovi Napoleone, e si insiste su alcuni ideali o "credo" che il regime ritiene fondamentali). Tra le espressioni artistiche, rientra ovviamente anche la musica, vocale o strumentale, colta o d'intrattenimento che sia. Ora riproponiamoci la domanda iniziale: come mai la musica di Hindemith, Schul o Lutoslawski è stata vietata dal regime nazista? Il motivo c'è sempre, talvolta chiaro e banale, altre volte flebile o incoerente. Molto probabilmente il motivo e gli obiettivi insiti in questi divieti furono intuiti da pochissimi cittadini tedeschi negli anni Trenta e Quaranta e quasi mai ritenuti pericolosi per la propria libertà. Eppure erano pur questi dei segnali: queste piccole libertà negate avrebbero dovuto far accendere lampadine di allarme ad ognuno. La serie Musica e Regime esplora tale mondo e presenta musiche di compositori osteggiati dalla Germania nazista: alcuni di loro fuggirono in esilio, altri vissero ai margini della società, altri ancora finirono in campo di concentramento.
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