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L’età napoleonica raccontata attraverso abiti e accessori originali: non solo la moda, ma spaccati di vita quotidiana, una finestra sulle trasformazioni sociali generate dallo sviluppo industriale e commerciale, conseguenza del nuovo ordine politico in Europa e nelle colonie, trasformazioni che hanno lasciato una profonda impronta nel mondo, visibile tuttora. Nel libro di Cristina Barreto e Martin Lancaster la nascita della moda moderna è presentata dall’inconsueto punto di vista del suo backstage; lo stesso da cui prendono vita i diversi abiti che scandiscono i momenti della giornata, il trascorrere delle stagioni e la vita delle persone che nascono, si sposano, hanno figli, muoiono. Si comincia con il Direttorio, periodo di sensualità e stravaganza; sobri e rispettabili appaiono invece i costumi della Restaurazione borbonica, fino a sfiorare il pudore vittoriano. La radicale trasformazione della moda maschile, via via più virile e democratica, pone grande attenzione alla buona fattura degli abiti; l’onnipresente figura del militare contribuisce a rafforzare il concetto. Uno sguardo al mondo di Jane Austen, che nei suoi romanzi ha descritto la gentry inglese, un’ampia raccolta di stampe, immagini e oggetti del periodo completano e contribuiscono a spiegare questo viaggio nella Storia, illuminandoci, non senza un pizzico di ironia, sulle radici del fashion system di oggi. Artefice di questa trasformazione fu Napoleone Bonaparte; il volume, imperniato sul periodo che lo vide alla guida del suo impero (1795-1815), svela attraverso i costumi un aspetto inedito del condottiero, primo grande esempio moderno dell’uso della moda come strumento di potere. Proprio nel periodo napoleonico nasce la nevrosi della moda, che propone meccanismi e dà avvio a riti che ritroviamo ancora oggi. Dal potente couturier alla scelta del parrucchiere di grido, in un percorso costellato di vetrine, quelle dei negozi e quelle rappresentate sulle riviste: è la nascita del contesto che genererà le prime fashion victims della storia.
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