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Questo libro di Michel Foucault si collega organicamente alla ricerca svolta con geniale persuasività nella Storia della follia e ne Le parole e le cose e ha per tema l'osservazione medica e i suoi metodi nei decenni cruciali della fine del Settecento che la vedono affermarsi come istituzione autonoma.
«In questo libro si parla dello spazio, del linguaggio e della morte; si parla dello sguardo». Cosí, in apertura di libro, Foucault enuncia il suo progetto. Lo spazio di cui si tratta è quello che si andava lentamente costituendo, negli anni della Rivoluzione francese, come ospedale di tipo nuovo, luogo di osservazione ma anche di trasmissione di conoscenze, di intervento terapeutico e insieme di apprendistato della pratica medica. Il linguaggio in questione è quello che cerca di dare conto non piú di quelle «entità ideali» in cui la precedente medicina delle specie faceva consistere le malattie, ma della nuova visibilità del male offerta dallo sguardo del medico grazie all’intervenuta riorganizzazione istituzionale. Lo sguardo, infine, è quello che con l’anatomia patologica di Bichat si accinge a varcare i limiti dello stesso visibile di superficie, per trovare la verità della malattia nelle profondità invisibili dei tessuti. Era per questo necessario un radicale rimaneggiamento nel pensiero e nella percezione medica della morte. La presente edizione, che tiene conto delle sostanziali modifiche apportate da Foucault in occasione della riedizione francese del 197 2, comprende, oltre alla storica introduzione di Alessandro Fontana, il primo importante contributo critico della cultura italiana rispetto all’opera del filosofo francese, un saggio di Mauro Bertani, che sottolinea l’importanza cruciale della Nascita della clinica rispetto ai successivi sviluppi della ricerca foucaultiana, incentrata sulla formazione dei moderni saperi sull’uomo e sull’importanza delle scienze bio-mediche per la nascita della nostra razionalità politica.
Indice
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Sicuramente uno dei soliti grandi libri di Foucault che ti apre la mente e ti sconvolge. Siccome lui aveva conoscenze medico-filosofiche le ha messe insieme per scrivere questa continuazione di Storia della Follia. Non penso saranno tantissimi i profani che comprenderanno questo libro molto difficile. Molti concetti sfuggono.
Recensioni
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«In questo libro si parla dello spazio, del linguaggio e della morte; si parla dello sguardo». Cosí, in apertura di libro, Foucault enuncia il suo progetto. Lo spazio di cui si tratta è quello che si andava lentamente costituendo, negli anni della Rivoluzione francese, come ospedale di tipo nuovo, luogo di osservazione ma anche di trasmissione di conoscenze, di intervento terapeutico e insieme di apprendistato della pratica medica. Il linguaggio in questione è quello che cerca di dare conto non piú di quelle «entità ideali» in cui la precedente medicina delle specie faceva consistere le malattie, ma della nuova visibilità del male offerta dallo sguardo del medico grazie all'intervenuta riorganizzazione istituzionale. Lo sguardo, infine, è quello che con l'anatomia patologica di Bichat si accinge a varcare i limiti dello stesso visibile di superficie, per trovare la verità della malattia nelle profondità invisibili dei tessuti. Era per questo necessario un radicale rimaneggiamento nel pensiero e nella percezione medica della morte.
La presente edizione, che tiene conto delle sostanziali modifiche apportate da Foucault in occasione della riedizione francese del 197 2, comprende, oltre alla storica introduzione di Alessandro Fontana, il primo importante contributo critico della cultura italiana rispetto all'opera del filosofo francese, un saggio di Mauro Bertani, che sottolinea l'importanza cruciale della Nascita della clinica rispetto ai successivi sviluppi della ricerca foucaultiana, incentrata sulla formazione dei moderni saperi sull'uomo e sull'importanza delle scienze bio-mediche per la nascita della nostra razionalità politica.
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