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Molto scorrevole, ironico e fa pensare allo stesso tempo. Io lo consiglio, a chi piace pensare che ci sono diversi modi di vedere la realtà.
inferiore alle aspettative..
scoordinato, banale e insulso; peccato sprecare un titolo così pieno di promesse con un testo che sembra scritto da una bambina delle medie
Recensioni
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Opera prima ma già venduta in tutto il mondo di una scrittrice ventottenne, questo romanzo è ambientato in Punjab, ad Amritsar, centro della comunità sikh. Ramchand, ventisei anni, un passato e un presente di grande solitudine, vive in una stanza d'affitto e lavora insieme a molti altri commessi alla Casa del Sari, il cui ambiente soffocante e rigidamente gerarchico è descritto con efficacia. Le clienti, invidiose, competitive, conservatrici donne della borghesia, affollano il negozio toccando i sari con mani esperte, spettegolando, interessate solo all'esibizione del numero di figli, della posizione del marito, dei segni esteriori del loro benessere. Per contrasto Ramchand, cercando di elevarsi spiritualmente e intellettualmente, impiega il suo scarso denaro nell'acquisto di libri per imparare l'inglese. Appare davvero un po' troppo ingenuo quando all'improvviso scopre la violenza e l'ingiustizia attraverso l'incontro con la sventurata moglie di un collega, perdendo innocenza e illusioni. L'autrice è abile nel delineare una società in bilico fra tradizione e consumismo, mentre è schematica la contrapposizione fra la vacuità e l'ipocrisia delle opulente clienti e la serena operosità delle donne del popolo. Non mancano un'abbondante spruzzata di termini hindi non sempre indispensabili (ma opportunamente riuniti in un glossario), colore locale sparso a piene mani, qualche cenno frettoloso ai gravi disordini seguiti all'uccisione di Indira Gandhi e persino una brillante e ricca giovane sposa che scrive un romanzo sul commesso di un negozio di sari. Un prodotto da esportazione, di scorrevolissima lettura ma piuttosto acerbo.
Consolata Lanza
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