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Troppo pieno di continui rimandi, troppo pieno di parentesi, tende a dare troppe nozioni per scontato. Utile per tener traccia dei riferimenti bibliografici ma secondo me un'occasione persa.
fantastico. il punto di vista e di scrittura di un'autrice che raccoglie le vite di artiste donne è sempre illuminante e stimolante. non più racconti polverosi che usano il solito linguaggio articolato per mettere soggezione e far sentire inadeguati lettrici e lettori. è coinvolgente e ti fa venir voglia di saper di più anche su altre artiste. non c'è paragone con i libri d'arte pubblicati da scrittori, specie se parlano di artiste donne. ormai il binomio scrittici-artiste donne è un'assioma.
Mi sono avvicinata al libro con l'entusiasmo della neofita, ma dopo l'affascinante introduzione, la "docente di sociologia dei processi culturali", ha mostrato subito che, per i non addetti ai lavori,la strada era tutta in salita. Dribblando le personali carenze culturali, i riferimenti bibliografici, le chilometriche note (peraltro molto interessanti) ho superato, ansimando, i primi capitoli, ma da un certo punto in poi, vuoi perchè ho "rotto il fiato" o perchè la Trasforini scende dalla cattedra che giustamente le appartiene e ti prende per mano, la scrittura (lettura) si apre e ti porta con se' in un'ascesa entusiasmante, zigzagando nel tempo e nello spazio, analizza il percorso accidentato delle artiste e della loro visibilità, in un periodo storico (fondamentale per l'emancipazione femminile) che va dalla metà '800 all'inizio del 900 con conclusioni fino ai giorni nostri.La "fatica" scompare. Resta il piacere di una scrittura intelligente,sornionamente ironica, e corri con lei fin sulla vetta: da li' hai un panorama, bellissimo ed inquietante, sull'arte e le artiste, finalmente scritto al femminile, e un'analisi sociologica attenta ed intelligente di quanto la differenza di genere pesi e si evidenzi nell'ambito dell'arte, come in tutto il sociale, perchè strettamente connessi. Lo sguardo svela i meccanismi sottili attraverso cui ciò avviene e come il continuo trasformismo dell'egemonia (potere)maschile lo reiteri. Per chi ha, se non un presente, almeno un passato di lotte femministe è una boccata di ossigeno puro e simultaneamente un riaccendersi di passioni intorpidite ma mai sopite, perchè da quell'altezza la vista dei burroni è inquietante e le cime da scalare tante.. "Le stanze" di V.Woolf aspettano ancora di essere completate e soprattutto "mostrate".
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