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Un consiglio all'Autore: torni ad uno dei numerosi lavori che dice di avere svolto, uno qualunque: ma lasci per sempre quello di scrittore. Per cortesia, lasciamo stare Lovecraft, gli esistenzialisti e Wagner! Modesto, noioso e ripetitivo polpettone, che si salva solo nelle ultime venti pagine, quando i superstiti si avviano verso la fine. Per il resto, personaggi senza colore o caratterizzazione, noia e poi noia per lunghe trecento pagine e più, che si superano solo con grande forza di volontà. Ma qual è il senso di un tale romanzo? e lo si vuole paragonare all'inarrivabile (per Mani) Mankell, per esempio nell'"Uomo inquieto"? Non produce emozioni,pagina dopo pagina dopo pagina. Se si vuole incontrare un islandese di ben diverso livello, si legga Arnaldur Indridason. Se poi volete e credete di apprestarvi ad una lettura "impegnata", e questa non lo è, lasciate stare Nero Oceano: ne troverete quante se ne vuole, non solo tra i classici.
Romanzo letteralmente travolgente, di un autore che non conoscevo ma che adesso mi riprometto di seguire. Mi incuriosiva l'idea di leggere un autore islandese. Noir ambientato in pieno oceano, che mischia toni gotici alla grande tradizione del romanzo di mare e persino di avventura. Con uno dei personaggi più memorabili dei libri letti ultimamente: il criminale e clandestino Satana, liberato dalle catene nel momento dell'attacco dei pirati. Perfetto per l'estate. peccato averlo già finito, con le vacanze ancora lontane...
Nove piccoli uomini persi nel mare più ostile e lontano: poi restano otto, sette, sei... come in una rivisitazione da incubo contemporaneo di Agatha Christie. Ma intanto ci sono stati Stieg Larsson, Henning Mankell, Camilla Läckberg e il giallo che viene dal Nord sembrava essere già stato declinato in tutte le possibili ambientazioni e perversioni. Invece no. Noir fin dal titolo e fin dall'incipit notturno che mette in fila una serie di ritratti nell'autunno di Reykjavik, quasi tutti poveracci che stanno per imbarcarsi controvoglia su un'arrugginita nave da carico, con le palle girate perché si è sparsa la voce che l'armatore abbia già deciso di licenziarli. La bufera che sta per investirli non è solo quella meteorologica, che pure ne spezzerà caratteri e illusioni: ben presto il cargo si rivelerà una trappola mortale, dove qualcuno si nasconde e uccide. Stremati e falcidiati da sabotaggi, strane presenze, clandestini a sorpresa, se la vedranno pure con la più moderna e infame versione dei pirati oceanici prima di approdare, ridotti ormai a quattro, sul niente dell'Antartide, ognuno in una direzione diversa a giocarsi da solo l'ultima mano di un poker che aveva le carte truccate fin dalla partenza. Un'atmosfera che evoca H.P. Lovecraft
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