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Nessuna frammentazione - Bruno Del Medico - ebook
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Descrizione


Nel XVII secolo la scienza europea sta gettando le basi del moderno pensiero razionale. In quegli anni, grazie a Newton e a Cartesio, prende forma una visione meccanica del reale: l’universo come un grande orologio. L’Illuminismo consacra questo approccio. La mente dell’uomo si propone come strumento supremo di comprensione. Diderot compila l’Encyclopédie come mappa dell’intero sapere umano. La scienza si affida alla separazione e alla classificazione. Tutto sembra comprensibile soltanto dividendo in parti sempre più piccole la materia e i fenomeni. Tuttavia, il XX secolo segna una frattura. Con la fisica quantistica, il concetto di “oggetto” isolato perde solidità. Werner Heisenberg, nel 1927, formula il principio di indeterminazione. Niels Bohr afferma che l’osservatore e l’osservato sono inseparabili. Le particelle non “sono” semplicemente in un luogo: esistono come probabilità, relazioni, campi di interazione. La realtà non assomiglia a un orologio. È più simile a un’onda che attraversa ogni cosa. Queste intuizioni dialogano sorprendentemente con alcune tradizioni filosofiche. Nel Tao Te Ching, attribuito a Laozi, l’universo non è un insieme di parti, ma un flusso unico, un Tao. Nel pensiero buddhista, l’idea di “inter-essere” dissolve i confini rigidi dell’individuo. Anche in Occidente, filosofi come Spinoza o Whitehead hanno suggerito una visione relazionale, in cui ogni entità è definita dal suo rapporto con il tutto. Il paradosso è che viviamo ancora in un’epoca ossessionata dalla frammentazione. La politica si divide in fazioni inconciliabili. Le discipline scientifiche faticano a comunicare tra loro. La società si segmenta in culture e gruppi chiusi. Persino la psicologia spezzetta l’essere umano in “funzioni” e “processi” separati. In questo contesto, il pensiero unificante non è solo una curiosità intellettuale: appare come una provocazione. Ripensare l’universo come un tessuto continuo potrebbe non essere un lusso astratto, ma una necessità culturale. Come scrisse il fisico David Bohm, allievo di Einstein: «La frammentazione è il problema principale dell’umanità». Forse è tempo di tornare a guardare non solo gli ingranaggi, ma il mistero del movimento che li tiene insieme. Immaginiamo di trasporre le intuizioni della fisica quantistica e delle filosofie unitarie nella vita quotidiana. Il primo impatto sarebbe un cambiamento di linguaggio. Le parole che usiamo non sono neutre: definiscono ciò che pensiamo reale. Se dicessimo “sistema” invece di “oggetto”, “relazione” invece di “confine”, la nostra percezione si trasformerebbe. .In fisica, questa rivoluzione concettuale ha già prodotto strumenti potentissimi. Il laser, il semiconduttore, la risonanza magnetica non sarebbero possibili senza l’idea che la materia sia un campo di interazioni invisibili. Allo stesso modo, in biologia, la rete di relazioni tra ecosistemi mette in crisi il vecchio determinismo causale: l’ape non è solo un “insetto”, ma un nodo vitale nella trama dell’intero pianeta. Sul piano sociale, pensare in termini di interconnessione può diventare una strategia per affrontare crisi globali. Il cambiamento climatico, le pandemie, la sicurezza alimentare non sono “problemi di qualcuno”: appartengono a un unico sistema planetario. Persino nella psicologia, un approccio unificante può ridefinire concetti chiave. Carl Gustav Jung vedeva l’individuo come parte di un inconscio collettivo. Più recentemente, le neuroscienze sociali mostrano che il cervello umano è “programmato” per connessioni empatiche. L’io e l’altro non sono universi separati: condividono un territorio emotivo e cognitivo comune. L’assenza di frammentazione non è un sogno mistico. È una direzione di marcia. Molti capitoli del libro sono dedicati a fornire suggerimenti utili per integrare l’unità nella vita personale e sociale.
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