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Anno edizione: 1991
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Capolavoro dei Nirvana, non a caso è stato giudicato tra i migliori album di tutti i tempi. Imperdibile, è l'emblema di una band che ha lasciato il segno.
Album seminale. La voce inespressa di una generazione trova qui forma e compimento. Rabbia e insoddisfazione condensati in venature pop. Un potenziale singolo dietro l'altro, semplicemente un capolavoro. Indispensabile.
Autorevoli critici e importanti testate musicali definiscono Nevermind il miglior album della storia del rock. In effetti come dare loro torto? Tutto ciò che è successo dopo il 1991, in termini di rock si intende, lo si deve a questo disco. Certo, l'esplosione mainstream di gruppi come Pixies e Sonic Youth era realtà già da qualche tempo, ma nessun album ha avuto l'impatto deciso, fragoroso e sconvolgente che Nevermind ha avuto sui media e sulle orecchie di milioni e milioni di ascoltatori in tutto il pianeta. Fra le 12 canzoni (più ghost track) del disco spiccano pezzi memorabili come Lithium, Come as you are, Territorial pissings o Breed; ma è inutile nascondersi dietro a un dito: la vera forza trascinante di Nevermind è stata fin da subito il singolo Smells like teen spirit, la cui produzione targata Butch Vig mette in campo un poderoso muro di chitarre sostenuto magistralmente da un'instancabile linea di basso e da una monumentale costruzione ritmica alla batteria - e tutto questo tacendo dell'irripetibile voce di Kurt Cobain: c'è abbastanza materiale per entrare di diritto, come è in effetti successo, nella storia del rock. Ulteriore peculiarità di questo album è la netta suddivisione in due parti, ovviamente meglio constatabile sul vinile, dove la furia dei primi 5 pezzi in scaletta per ogni lato viene mitigata dal sesto e conclusivo brano, in acustico: Polly sul lato A (o alla traccia 6 del cd, insomma) e Something in the way sul lato B (traccia 12). Dietro al successo dei Nirvana c'è la straordinaria capacità compositiva di Cobain, la perfetta amalgama di Novoselic e Grohl, ma anche la sapiente mano del già citato Vig, capace di smussare gli angoli più aspri e di mitigare la furia punk della band, una furia d'altronde mai nascosta fin dal titolo che cita l'immortale album dei Sex Pistols Nevermind the bollocks.
Recensioni
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