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Un giro del mondo reale con descrizioni deliziose, tremende, poetiche, deprecabili: "telai per tessere le nuvole"... e qui Morand con le parole dimostra la stoffa del diplomatico e del grande narratore. Un uomo del suo tempo che annuncia la globalizzazione.
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Paul Morand è il destinatario di una delle ultime lettere di Marcel Proust nel novembre 1922: molto più giovane dell'autore della Recherche ne era grande ammiratore e ne divenne amico negli ultimi anni della sua vita. Decisamente lontana da quella proustiana la prosa di questo volumetto di impressioni di viaggio che Morand scrisse nel 1926 è rapida paratattica costellata di frasi brevi come semplici appunti eppure ricca di immagini suggestive similitudini ardite osservazioni acutissime. Viaggiatore di alta classe ed esperienza diplomatico di professione l'autore ci trasporta con tappe veloci dall'Atlantico al Pacifico dall'oceano Indiano al mar Mediterraneo sostando più a lungo nei paesi orientali in particolare nel Siam: "Paese isolato intatto (…) terra di gioia assopita e di fede viva (…) è un aneddoto ma il più affascinante che sfugge a tante maledizioni odierne". Fatichiamo a riconoscervi l'attuale Thailandia ma la magia di questo libretto è proprio quella di riconsegnarci intatti paesi che i viaggi organizzati i villaggi turistici la facilità di raggiungerli hanno spogliato del loro mistero e forse anche del loro fascino. Ogni tappa si fa incontro al lettore vivida di colori suoni voci paesaggi persone usanze e architetture che si fondono in quadri che si imprimono nella memoria anche grazie alla vigile attenzione dello scrittore che di continuo collega la realtà di quei mondi lontani con quella dell'Occidente a cui appartiene e a cui sa di dover tornare. Morand osserva a Pechino: "È bastato l'arrivo di qualche nave da guerra europea (…) nel mar della Cina perché gli dei gli imperatori la corte i riti tutto si squagliasse. Potenza acida della nostra forza (…) Nessuno in gennaio rende più conto al cielo della gestione dell'anno precedente. E del resto nessuno sulla terra rende più conto di niente al Cielo".
Gabriella Mezzanotte
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