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Michele Santoro con le sue inchieste ha raccontato trent’anni di storia italiana. Maurizio Avola è un killer della mafia che ha alle spalle ottanta omicidi e ha preso parte alla stagione delle stragi. Il loro incontro sradicherà le certezze dell’uno e porterà alla luce le verità nascoste dell’altro
«Non so bene perché ho deciso di incontrare uno che ha ucciso ottanta persone. Guardo Avola e ho la sensazione di trovarmi davanti uno specchio nel quale comincio a riconoscere tratti che sono anche i miei. Inizio a seguirlo in un labirinto di ricordi»
Maurizio Avola non è famoso come Tommaso Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer qualsiasi: è il killer perfetto, obbediente, preciso, silenzioso, e proprio per questo indispensabile nei momenti decisivi. Forse sottovalutato dai suoi capi e dagli inquirenti che ne hanno vagliato le testimonianze, ha archiviati nella memoria particolari, voci, volti che coprono tre decenni di storia italiana. Ad accendere l’interesse di Santoro è il fatto che Avola abbia conosciuto Matteo Messina Denaro e abbia compiuto con «l’ultimo padrino» diverse azioni. Scoprirà però che è solo una parte, e non la più rilevante, di quanto Avola può svelare, andando incontro a quella che è probabilmente l’inchiesta più importante della sua vita. Addentrandosi nel labirinto dei ricordi, il giornalista si trasformerà man mano da interlocutore reticente in sodale a cui Avola affida le tessere del puzzle e le sconvolgenti rivelazioni che emergono. Mafia e antimafia, politica e potere, informazione e depistaggi, vicende personali e derive sociali si intrecciano in un racconto che si muove tra passato e presente, dalla Sicilia degli anni settanta al paese che siamo diventatiRecensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da leggere. Per imparare ad essere migliori Fantastico Santoro
Un libro inchiesta che mi ha preso come un giallo. Ritmo incalzante, colpi di scena, verità svelate poco per volta. Esce fuori un ritratto di Cosa Nostra, quella che noi chiamiamo Mafia, del tutto sorprendente, e -nella sua crudezza- molto più sofisticata di quanto si sia immaginato finora. E viene anche fuori un ritratto di Michele Santoro inedito, almeno per me. Lo vedevo intransigente giornalista televisivo, combattivo, attaccante sempre e comunque. Qui si scoprono le debolezze, vengono messe a nudo le fragilità, le disillusioni, ma anche le motivazioni di tanta rabbiosità. Un libro che dovrebbe far saltare molti veli, e che invece –come sempre accade in Italia- non produce gli effetti sperati.
Un libro che ha fatto molto discutere. Anche e soprattutto chi non l'ha letto. L'incontro con il collaboratore di giustizia Maurizio Avola consente a Michele Santoro di riaprire pagine (e ferite) della storia recente del nostro Paese e di offrire nuove chiavi di lettura a vecchie vicende mai risolte. Per usare una frase cara all'autore "comunque la pensiate", buona lettura!
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