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Anno edizione: 2025
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Due ritratti evocativi dei pensatori del conflitto e del futuro, della mutazione e dello smascheramento, con i loro ordigni inesplosi, le loro eredità tradite, intrecciate e contrapposte nel Novecento, e quel che resta oggi, con vista sul domani. Un tentativo di «restituire vita e umanità ai due autori, un invito ai lettori di sponde rivali, se esistono ancora sponde, a riconoscersi reciprocamente, a parlarsi e confrontarsi».
«Senza di loro non capiremo il mondo e il tempo da cui proveniamo e verso cui stiamo andando. I loro pensieri esplosero come dinamite nel Novecento. Le loro eredità hanno ancora qualcosa da dirci, oggi e domani.»
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Il libro è un tentativo coraggioso e in larga parte riuscito di raccontare in modo accessibile e narrativo le vite parallele di Friedrich Nietzsche e Karl Marx, mettendo in luce i punti di contatto (reali o potenziali) tra i due pensatori che più di ogni altro hanno influenzato il Novecento. Ronchetti non si limita a una biografia doppia, ma cerca costantemente il dialogo tra i due: il rifiuto comune della morale cristiana e del “gregge”, la critica feroce al capitalismo nascente, il concetto di alienazione, la centralità della volontà/potere, fino alla figura del “superuomo” letta in chiave quasi rivoluzionaria.Il tono è divulgativo ma non banale, spesso ironico e molto “italiano” nel senso migliore: frasi che restano in testa, aneddoti gustosi (la storia del cavallo di Torino accanto a quella dei sigari di Engels), un ritmo da romanzo. Ogni capitolo breve si chiude con una citazione fulminante dei due autori messa a confronto, e funziona benissimo.I limiti? A volte l’autore forza un po’ la mano per farli “dare la mano” (Nietzsche lesse pochissimo Marx e lo disprezzò quando lo fece), e certi paralleli (soprattutto sul superuomo e la società senza classi) sono suggestivi più che rigorosi. Inoltre il libro è dichiaratamente “di parte”: Ronchetti ha una simpatia evidente per la coppia Nietzsche-Marx letta come critica radicale della modernità borghese e capitalistica, e non nasconde una certa insofferenza verso le interpretazioni liberali o postmoderne di Nietzsche.In sintesi: non è un saggio accademico (e non vuole esserlo), ma è uno dei pochi libri in italiano che riesce a far capire a un pubblico ampio perché questi due “profeti” continuano a parlare alla nostra epoca. Si legge in poche serate, lascia il cervello in fiamme e la voglia di rileggere L’anticristo accanto al Manifesto. Per me, promozione piena.
Siamo nati sotto lo stesso cielo noi terrestri. La nostra specie ha la fortuna d'interagire, guadagnandosi l'arricchimento sinaptico. La parola e il pensiero hanno ispirato ogni ambito disciplinare, fino alla musica, una delle forme più perfette di scienza. Cambia continuamente, eppure non prescinde da canoni fondamentali. Nietzsche e Marx in questo libro mi danno l'idea di due orchestre, ciascuna coi propri strumenti al seguito, abilmente dirette dall'autore Veneziani. "Si danno la mano", come farebbero due galassie incontrandosi o scontrandosi, ma dalla quale interazione deriverebbe comunque nuova vitalità esistenziale. Il pensiero di due filosofi forti e potenti come Nietzsche e Marx può insegnare ad ascoltare senza fastidio la musica della riflessione di ogni parere e di ogni opinione. Così si vive in interazione, che è l'unica forma possibile (e obbligata) di esistere e dimorare su questo pianeta. Le differenze concettuali, prospettiche, visive schiudono orizzonti che possono fare comodo a tutti. Tacitare è suicidio mentale. Nietzsche e Marx oggi insegnerebbero a darsi la mano. Congratulazioni all'autore!
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