Arianna scappa di casa, vuole andare lontano, si è truccata marcando la linea degli occhi e corre nelle strade scure della borgata; Marta a casa sua non la vuole, ha paura che le porti via il suo Cristian, che è l'unica cosa decente che ha, così Arianna salta sulla metro, scende a Termini, ma che treno prendere? E con che soldi? Fausto, il barbone raggomitolato in un angolo, le legge in faccia l'ansia da fuggitiva e le offre il suo hamburger con le patatine: quella ragazza smarrita gli ricorda la sua Isabella perduta. Ma chi non perduto qualcosa? Ad Arianna manca tutto, la madre, un padre affettuoso, un fratello che faccia il fratello, gli amici, una passione, una casa vera che non sia un covo di tensioni, e non le resta che andar via. Dorme per strada, poi a casa di Jamal, clandestino del Bangladesh, che fa gioielli bellissimi e li vende a Latina, sulla spiaggia, e la trascina con lui, a patto che eviti quegli scoppiati di Niklas e Fede, che suonano i bongo sul bus che li porta al mare. Arianna vive alla giornata, non ha sogni né speranze, finché non le si incolla alle calcagna un cane, che vuole stare con lei a ogni costo. Lo chiama Hackico di nome e Comenessunomai di cognome, perché nessuno si è mai affezionato così a lei. Hackico diventa la sua ombra, l'unica ragione di felicità e, con l'aiuto di Caterina, la scrittrice pazza che strapaga i gioielli di Jamal, finalmente Arianna trova la forza di telefonare al padre, che la sta cercando da tempo, e torna a casa. Luisa Mattia dipinge, con un linguaggio secco ed efficace, il quadro di una borgata romana, dopo un lungo lavoro con i ragazzi di una scuola, per cucire insieme episodi, ricordi e testimonianze della loro vita reale. Il risultato è una storia ricca di emozioni, sofferenze, speranze e delusioni, da cui emerge prepotente la voglia di riscatto dai luoghi comuni che li ingabbiano e condannano all'emarginazione. Sofia Gallo
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