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Ben Jelloun, similmente a quanto fatto con "Il razzismo spiegato a mia figlia", riprende lo stile del dialogo (in questo caso epistolare) per partire ad analizzare come gli europei (il discorso si sviluppa fra la figlia di Ben Jelloun e una ragazza italiana) vedono il mondo arabo. Da qui si prosegue fino a ricollegarsi con argomenti fondamentali, come rispetto, tolleranza, diversità, ignoranza nei confronti delle culture straniere, razzismo e discriminazione. Libro interessante da non perdere.
pessimo libro, artefatto finto e mellifluo con questo finto buonismo di una religione che predica la morte e la non tolleranza.e quell'attacco nella prefazione allaa grande Fallaci e la summa dei suoi contenuti. Da evitare
« [...] Ci troviamo in uno stato di disordine quasi planetario, attraversato da correnti religiose fanatiche. Politica e religione si intrecciano, a generare l’infelicità del genere umano. Il mondo arabo è un’invenzione, perché i mondi arabi sono tanti quanti i paesi arabi. Un mondo arabo è un’utopia. Ciò che gli stati arabi hanno in comune è la storia, la lingua scritta e l’Islam. Ma questi paesi non sono uniti, non costituiscono un’entità solida e forte. Lo stesso Islam è attraversato da varie correnti...». È un passo della introduzione di Tahar Ben Jelloun, nato a Fès, Marocco e residente a Parigi, per il suo libro Non capisco il mondo arabo, dialogo tra due adolescenti, Bompiani, 2006. Tahar immagina uno scambio di email tra sua figlia Mérième, nata e vissuta da sempre a Parigi, e una ragazza italiana, Lidia, che le chiede notizie e commenti sugli avvenimenti che nell’arco degli ultimi anni hanno attraversato la Francia, l’Italia e il mondo intero. Lidia vuole conoscere i punti di vista di una ragazza musulmana (che scoprirà che tale non è in quanto laica) per soddisfare la sua sete di conoscenza circa gli aspetti del mondo arabo che le sembrano inspiegabili. Viene fuori il ritratto della grande non conoscenza delle culture che pur vivono l’una accanto all’altra e che mal si tollerano proprio a causa della reciproca ignoranza. Ignoranza pericolosa in un mondo solcato dalle ferite profonde e, forse, insanibili della guerra e del terrorismo. I dialoghi sono brevi e circostanziati: tanti sono gli aspetti dell’esistenza e dell’attualità toccati dalle due adolescenti. Mi ha particolarmente interessato l’argomento relativo agli scontri nelle banlieues, per il momento parigine. La Francia di oggi potrebbe diventare l’Italia di domani se non si sceglie di costruire con pazienza e decisione un modello di società tesa alla vera integrazione per il benessere futuro di tutti.
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