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Anno edizione: 2013
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Uno come Michele Serres mi fa impazzire: è molto anziano ma il suo pensiero è molto giovane. Difficile trovare persone così, non è bene lasciarselo scappare. La sua lucidità, leggendo, è gratificante. Serres è una figura positiva, solare, in mezzo a una moltitudine confusa, depressa, incapace di riflettere con il pensiero invece che con la pancia, soprattutto tanta gente che sta male con se stessa senza 'volerlo' sapere. Ho lavorato per la salute degli altri, ma questo periodo buio non entra niente. A mio parere è tempo di silenzio e osservazione: troppo difficile. Ma ecco che Serres ci viene incontro con un pensiero positivo basato sui fatti. Assolutamente da leggere, sono sicuro che vi farà bene!
Come sarà, anzi come dovrà essere la società di domani, secondo questo originale e libertario filosofo francese nato nel 1930? "Nuova, variabile, mobile, fluttuante, variopinta, tigrata, cangiante, intarsiata, musiva, musicale, caleidoscopica..." e soprattutto "connessa". Michel Serres si schiera decisamente e ottimisticamente a fianco della "civiltà dell' accesso" e delle nuove generazioni che abitano il virtuale, che raccolgono informazioni su wikipedia, occupando uno spazio orizzontale di vicinanza simultanea e democratica, inventando entusiasticamente nuovi modi di espressione: nella scrittura, nel linguaggio parlato, nell'arte. In una cultura finalmente accessibile a chiunque, in ogni luogo, senza barriere e pedanteschi paludamenti. Se in pochi decenni si è trasformato clamorosamente e irreversibilmente il nostro modo di vivere (boom demografico ed economico, libertà sessuale, longevità, multiculturalismo, progresso scientifico e tecnologico), è naturale che i giovani abbiano diverse aspettative e diversi approcci nei riguardi della cultura, dell'istruzione, dei diritti civili e dei valori etici rispetto alle generazioni più anziane. I vecchi metodi di insegnamento sono obsoleti, le lezioni frontali non vengono più seguite, la rigida divisione del sapere in compartimenti stagni è superata. Secondo Serres bisogna sconvolgere, rendere permeabile e disordinata ogni forma antiquata di pedagogia, ideando nuovi modi di trasmissione del sapere, di fare politica, di lavorare e di comunicare. "L'era dei decisori è finita...il solo atto intellettuale autentico è l'invenzione". C'è un rischio in questa rivoluzione culturale che rende ciascuno più libero, indipendente, attivo e creativo? Certo: una "presunzione di competenza", che possa illudere chiunque sulle proprie capacità intellettuali o artistiche, rinsaldando alla fine e nuovamente il sapere nelle mani dei soliti, pochi, manovratori.
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