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Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico - Daniele Balicco - copertina
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Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico
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Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico - Daniele Balicco - copertina

Descrizione


Il libro ricostruisce l'itinerario saggistico di Franco Fortini con un'attenzione particolare al nodo che intreccia, nella sua riflessione, lavoro intellettuale, potere politico e industria culturale. Dal Politecnico di Vittorini al laboratorio socialista di "Ragionamenti", dal confronto, nei "Quaderni Rossi", con Tronti e Panzieri, all'esperimento "Quaderni Piacentini" di cui è principale ispiratore, la storia di Fortini è la vicenda di uno dei pochi intellettuali italiani all'incrocio delle più importanti esperienze teoriche e politiche della sinistra radicale europea. È difficile pensare a Fortini, infatti, senza comprenderlo in un confronto permanente tanto con la comunità politica della sinistra antiriformista italiana, quanto con i suoi diretti interlocutori europei: Sartre, Adorno, Lukács, Marcuse, Brecht.
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Dettagli

2006
1 settembre 2006
205 p., Brossura
9788872855096

Voce della critica

Non parla a tutti Daniele Balicco, dottorando di ricerca e studioso di Franco Fortini. Non parla a tutti perché sceglie di confrontarsi con il Fortini politico, con uno degli ultimi grandi intellettuali capaci di una visione del mondo complessiva: il tentativo dell'autore è arduo e ardito, sciogliere cioè i nodi di un rapporto, quello tra politica e cultura, centrale nell'attività critica di Fortini.
Una tematica che necessita indubbiamente di lettori partecipi di una "certa visione del mondo e della vita", o per lo meno dotati di una buona disposizione a comprendere uno spaccato della società politica della sinistra radicale italiana. Balicco articola l'itinerario saggistico di Fortini in tre capitoli, coincidenti con tre diversi momenti storici: la Resistenza, gli anni dello stalinismo italiano, l'integrazione neocapitalistica degli anni settanta. Questa scansione può coincidere altrettanto bene con i momenti specifici dell'analisi critica dell'autore fiorentino: se dal dopoguerra al fatidico 1956 la polemica si incentra soprattutto contro l'organizzazione partitica della cultura e la politica diventa categoria qualificante la funzione intellettuale, in seguito la critica fortiniana riguarda il ruolo dell'intellettuale rispetto al potere politico, prima, e all'industria culturale, poi.
Balicco ripercorre il cammino critico di Fortini attraverso gli articoli apparsi su alcune delle riviste più significative dal dopoguerra agli anni ottanta – da "Il Politecnico" a "Ragionamenti", da "Quaderni Rossi" a "Quaderni Piacentini" – confrontando la posizione critica di Fortini con quella di altre personalità intellettuali italiane ed europee, dai "maestri" come Lukács, Brecht, Gramsci, Adorno, Marcuse, a Vittorini, Tronti, Panzieri. In questo modo – e una tale profondità di analisi è notevole in un giovane studioso – Balicco presenta il Fortini più "scomodo", quello che non smette mai di interrogarsi sulla fisionomia culturale e sull'ethos che riguarda gli intellettuali per preciso impegno etico-politico. Il suo impegno è volto a definire le responsabilità che lo scrittore deve assumersi, in una vera e propria lotta contro l'esistenza di un "ceto" intellettuale separato, riflessione derivante dalla sua convinzione dell'inseparabilità di ruolo e funzione intellettuale.
Non parlo a tutti va letto proprio per il suo specimen di analisi e, come sostiene Romano Luperini nella prefazione, per la "lucidità politica" di Balicco, che tenta di rendere nuovamente attuale il Fortini politico, quello che, fino alla morte, non ha mai smesso di svelare le contraddizioni che riguardano l'intellettuale, ribadendone la funzione insostituibile.
  Maria Giovanna Zini

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