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Non solo Pompei. Viaggio nell'archeologia derelitta in Campania - Antonio Cangiano - copertina
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Non solo Pompei. Viaggio nell'archeologia derelitta in Campania
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Non solo Pompei. Viaggio nell'archeologia derelitta in Campania - Antonio Cangiano - copertina

Descrizione


Un importante parco archeologico in terra di "Gomorra" minacciato dall'abusivismo, un villaggio preistorico dell'età del bronzo allagato dall'acqua di falda, un'antica città grande come Pompei ancora inesplorata, dove gli unici a scavare sono i tombaroli affiliati alla camorra, e ancora, preziose necropoli ricoperte da erbacce e moderne abitazioni realizzate in aderenza ai resti di antiche mura. Sono solo alcune delle emergenze che coinvolgono piccoli e grandi testimonianze del passato, resti archeologici detti "minori" di cui è piena questa terra, la Campania, che gli antichi chiamavano Felix per la particolare abbondanza e ricchezza delle sue risorse. Questo libro, pur non approfondendo le cause di un evidente dissesto circa i beni culturali di questa regione, intende offrire al lettore un'istantanea dei siti archeologici "minori" a rischio in Campania, così come appaiono durante gli anni dell'emergenza Pompei. Un impegnativo lavoro editoriale nato a seguito di una forte passione, con l'obiettivo di contribuire a diffondere la conoscenza di preziose testimonianze del passato, spesso sconosciute ai non addetti ai lavori, da salvare e tutelare per le generazioni future. Prefazione di Gian Antonio Stella.
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Dettagli

2015
15 giugno 2015
137 p., ill. , Brossura
9788866490944

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mario
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incredibile se mai occorresse dimostrarlo l'abbandono l'incuria e l'utilizzo improprio della vestigia piccole e grandi della ns storia. al di fuori dei classici circuiti turistici nessune o poche risorse vengono destinate ai beni minori

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Mariella Vitale
Recensioni: 4/5

Abbandono sembra la parola chiave di questa “Via Crucis” dell’archeologia in Campania, che l’autore ha scelto di rappresentare organizzandola in piccoli brani e relativo corredo fotografico, partendo dalla traccia del lavoro di cronaca con cui, in questi anni, ha raccontato le condizioni disastrose in cui versano siti di primaria importanza dell’antichità, sommersi dall'acqua, dai rifiuti, dalle erbacce, dal cemento, o da altro ancora. L’istantanea è efficace quanto desolante, resa con quella giusta dose di ironia mista a indignazione che rende più fascinosa e struggente la scoperta di tesori ereditati dalla storia illustre e lontana della Campania felix ai tempi del suo splendore, sconosciuti ai più e forse proprio per questo lasciati all’incuria; tanto più è ignorato il profondo significato storico che vorrebbero e potrebbero recare alla nostra memoria e su cui il libro non manca di soffermarsi. Farli conoscere è, probabilmente, il primo passo da compiere per la loro salvaguardia e la forma semplice, scorrevole e accattivante scelta dall’autore (che non a caso conclude il piccolo volume riportando gli atti parlamentari seguiti alla sua opera di denuncia giornalistica e l’auspicio che nel frattempo la situazione sia cambiata in meglio) sembra un buon inizio per scrivere una storia diversa dello stato di conservazione dei beni archeologici in Campania.

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