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In 4 (cm 24,5 x 33,5), pp. (2) di pubblicita' + pagine numerate da 187 a216con illustrazioni nel testo e 1 foglio finale con spartito musicale per pianoforte del valzer intermezzo di R. Leonardi. Brossura editoriale. Numero del settembre 1933 di questa rivista novarese. Dopo la chiusura della rivista "La Libra", Novara rimase priva di una pubblicazione specificatamente culturale. Per colmare tale lacuna, il marchigiano Alfio Coccia fondo', nella primavera del 1932, il bimestrale illustrato "Il Saggiatore", che poi cambio' nome dal quarto fascicolo divenendo "Novara Novecento". La rivista trattava vari argomenti - letteratura, arti figurative, cinema, arredamento, oggettistica, moda - con una particolare cura al ricco apparato iconografico e all'impaginazione, diversa da un numero all'altro, e con copertine su cui erano riprodotte opere di artisti italiani contemporanei.La rivista fu poi costretta a chiudere gia' alla fine del 1934 a causa dello scarso successo di vendite e dei debiti accumulati da Coccia. In questo numero si segnala un articolo del giornalista futurista Alberto Manca, dal titolo "Svecchiamo le podesterie": "lo svecchiamento e il novamento s'impone...Semplificando, alleggerendo le divise del personale che ridicolamente si pavoneggia in consunti abiti ricchi di oro, argento e latta. Aumentando le luci alle finestre. Gettando negli immondezzai fumanti tutti i vecchi drappi che coprono tavoli sedie e poltrone...". Segue un articolo del futurista Ignazio Scurto dal titolo "La pace veronese di Umberto Boccioni": IgnazioScurtoe' una delle figure centrali del Gruppo FuturistaUmberto Boccioni, che si costituisce aVeronanel 1931.IgnazioScurto who, although born in Verona, had been living in Milan. In 1933 he moved to Novara, where he edited an avant-garde journal called'Novara novecento'and authored several articles on Futurism in Verona (W. Bohn, "The Other Futurism. Futurist Activity in Venice, Padua, and Verona", 2004, p. 140). Anche Alberto Manca, giornal
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