Nude parole

Il libro di Arianna De Corti è uscito nel 2005 con le Edizioni Tracce. La lettura mi ha subito suscitato i paragoni, le connessioni con gli altri poeti che nella storia hanno sviluppato una simile poetica. Penso a Lucrezio ad esempio. Al suo canto determinato e consapevole del dolore che occupava la terra. Questo libro è la testimonianza di come si possano vedere unite filosofia e poesia, inscindibilmente unite, tra il canto e l’argomentazione razionale. Una vera scommessa per i giorni cui viviamo. Soprattutto verso i fondamentalisti della poesia, coloro che credono che per scrivere poesia si deve discostarsi oltre i recinti della razionalità, troppo chiari e stretti per i grandi voli che la poesia contemporanea vorrebbe esprimere dietro le banali descrizioni della quotidianità. La poesia di Arianna Corti ha uno spessore anzitutto semantico, è densa di un significato dal sgocciola tutto il dolore (cosmico) che la vita offre ai suoi giorni, alle persone che le stanno accanto. Insomma una poetessa rara per il nostro tempo, una voce fuori dal coro tutta da ascoltare – e da apprezzare.