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Numero undici - Jonathan Coe - copertina
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Numero undici

Descrizione


L'undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. È un romanzo su quell'infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti. È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell'innocenza. È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente è lo spettacolo ad avere la meglio. È un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli. È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all'angolo della strada. È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.
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Dettagli

2016
17 marzo 2016
381 p., Brossura
9788807031816

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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Anna S.
Recensioni: 4/5
Val sempre la pena

Seguito ideale de La famiglia Winshaw, insuperato capolavoro, Numero 11 ne costituisce una sorta di epilogo, forse meno riuscito ma altrettanto coinvolgente, salvo qualche parte in cui il ritmo - cosa insolita per Coe - rallenta. L'incipit è folgorante ma tradisce, seppure parzialmente, le alte aspettative che crea. Coe intreccia, con la consueta abilità, il piano della realtà storico-politica con le vicende personali dei suoi protagonisti che, abilmente, saranno destinate a incrociarsi dopo percorsi paralleli e apparentemente slegati tra loro. La denuncia sociale è sempre graffiante e non c'è niente di meglio che un capitolo di un suo romanzo per cogliere a fondo il senso della contemporaneità britannica. Questo è uno dei meriti assoluti di tutta la sua bellissima prosa. Ma qui, tuttavia, manca quel quid che soddisfa a pieno il godimento; la tensione narrativa, persa dopo la prima parte e recuperata dalla seconda metà del romanzo, giunge a un culmine che non rende pienamente ragione di una trama semplice ma promettente. Il finale è, al tempo stesso, geniale e deludente ma lascia comunque un senso di inquietudine e di non risolto che affascina e rapisce il lettore incatenato al precipitare degli eventi. Coe è e resta comunque una garanzia di alta letteratura.

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ANDRICCI
Recensioni: 5/5
Le conseguenze del Thatcherismo

Come si fa a dire che questo libro non sia la degna conclusione della Famiglia Winshaw ? Chi non l'ha capito lo invito a rileggere i due libri. Il primo libro si sviluppava durante il periodo della Thatcher, mentre 11 è ambientato negli anni 2000 e fa vedere come il Thatcherismo abbia impattato sulla economia e sulla società inglese. per arrivare alla Brexit (su questo tema invito a leggere il terzo capitolo della Banda Brocchi: Middle England). A seguito delle liberalizzazioni partorite dal Thatcherismo la società inglese è ormai strutturata su tre livelli: i mega ricchi della City (per i quali è normale spendere migliaia di sterline per una settimana in Sudafrica, o costruire maga ville nel centro della città "forzando" le leggi); le persone "normali" che rappresenta la classe produttiva e che spera di crescere di livello (per fare questo contraggono debiti-studio, e pagano affitti alti per una misera stanza) ma che solo alcuni ce la fa, gli altri passeranno tutta la vita ad evitare di scivolare nel "terzo stato", ovvero, nei miserabili, che sono esclusi dalle classi ricche/produttive. e che vivono schiacciate dal politically correct che genera solo rabbia repressa che basta poco per esplodere in violenza, e che votano la Brexit per rappresaglia contro i ricchi della City, facendosi a sua volta del male. E' una società che ricorda le nazioni ottocentesche strutturate in strati sociali con i principi, marchesi e plebe.

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Rosa
Recensioni: 4/5

Jonathan Coe si conferma uno dei più brillanti narratori contemporanei. Maneggia con sapienza registri diversi e li distribuisce bene lungo la narrazione. Anche questa sua opera non riuscitissima rimane una spanna abbondante sopra altri libri più celebrati e più premiati. Questo libro si riallaccia esplicitamente al bellissimo “La famiglia Winshaw” ma non ha la stessa ferocia dissacrante. Rimane tuttavia una lettura gradevolissima. Fenomenale la parte dedicata ai reality show, che con amara ironia sbeffeggia questa tragica deriva contemporanea.

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La recensione di IBS


Ambientata in Gran Bretagna tra il 2003 e il 2015, "Numero undici" è una satira graffiante che esamina la durevole influenza degli Winshaw e dei loro eredi, sulla vita politica e culturale della nazione.

“Coe è tornato a fare ciò che gli riesce meglio. Numero undici è una satira graffiante dello stato delle cose, dalla trama barocca ed estremamente allusivo, un libro arrabbiato ed esuberante. Non solo Coe è tornato, ma è tornato in grande forma.” - The Sunday Times

Al numero 11 di Downing Street, a Londra, vive il “Cancelliere dello scacchiere” cioè il Ministro delle finanze inglese, ma l’11 è anche il numero del tram che ogni giorno fa il giro completo, in due direzioni, della città di Birgmingham. Sempre al civico 11 di una strada senza nome, nascosta nella campagna inglese, vive Phoebe, la “Pazza del Ghebbio” con tutte le sue voliere di uccelli. Infine Numero 11 è il titolo dell’undicesimo libro di Jonathan Coe, un romanzo che procede attraverso cerchi concentrici sempre più stretti intorno al tema della crisi economica mondiale. Non si tratta di un vero e proprio sequel del romanzo La famiglia Winshow, scritto nel 1994, si tratta piuttosto, come ha dichiarato l’autore, di uno Spin Off in cui alcuni dei personaggi di quella rapace famiglia inglese, per esattezza i personaggi secondari, ritornano in un’Inghilterra più crudele che mai.
All’epoca in cui venne pubblicato il libro, Jonathan Coe si rivelò uno dei più caustici scrittori inglesi, capaci di mescolare ironia e denuncia sociale e di smascherare con una risata amara i paradossi della società britannica: la corruzione politica, la potenza dei media, lo sfruttamento degli immigrati, il capitalismo rapace del modello tatcheriano. Tutto condensato in un’unica mostruosa famiglia, i Winshaw.
Oggi che in l’Inghilterra è ben piantata all’interno di un nuovo modello di governo, la deriva liberista del partito Labour, Jonathan Coe inizia la sua storia partendo da Tony Blair e dal primo, limpido, segnale che ha visto infrangersi l’ideale socialdemocratico alla prova dei fatti, cioè la morte sospetta di David Kelly. David Kelly era lo scienziato che aveva rivelato al mondo intero le bugie di Blair, che aveva cioè smentito con forza che Saddam Hussein fosse in possesso di un arsenale nucleare e pronto a attaccare il Regno Unito. La bugia di Blair, usata come pretesto per muovere guerra all’Iraq, era balzata agli occhi del mondo lasciando sul campo il corpo senza vita di Kelly. Morto in circostanze sospette.
Rachel, quando apprende dal telegiornale la notizia del ritrovamento del cadavere di Kelly, ha 10 anni, ed è in vacanza dai nonni insieme a colei che negli anni diventerà una delle sue amiche più care, Alison. Quella vacanza tra i boschi sancirà la fine dell’innocenza per le due ragazzine (e forse anche per gli inglesi) e sarà l’inizio di un romanzo avvolgente, altalenante, stratificato, in cui lungo la vita di queste due amiche, si avvicenderanno le sorti della società e della politica inglese. Alison, nera e lesbica, di Birmingham, sarà quella più colpita dalla crisi finanziari degli anni a venire. L’austerità segnerà la vita di sua madre, una bibliotecaria part time, single, ex cantante semi famosa negli anni Ottanta, che cercherà inutilmente di tornare in auge partecipando a un reality televisivo trash, una specie di Isola dei Famosi in salsa britannica.
Rachel invece vive a lavora a Londra come educatrice. Nonostante gli anni passati e il nuovo corso della storia, lì la famiglia Winshow continua a ricoprire ruoli di potere, portando alle estreme conseguenze un concetto fondante della società contemporanea: la mercificazione della paura. Come? Rachel scrive racconti e Laura è la sua professoressa, suo marito Roger, il senatore Winshow è morto da pochi anni. Alla ricerca dell’appassionante bibliografia e filmografia di Roger Winshow, Rachel si ritrova catapultata indietro negli anni novanta, quando la storia di quella famiglia cominciò.
Jonathan Coe tende i fili del racconto a uno a uno, tracciando solchi e collegando fatti apparentemente inconciliabili. Il risultato è un romanzo politico, liquido come i nostri tempi, che si legge da mille angolazioni diverse e contiene al suo interno molti generi incastonati l’uno nell’altro: il comico e il noir, il thriller e il mistery, con qualche pennellata gotica e una breve fuga verso il realismo magico.
Un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.

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Conosci l'autore

Jonathan Coe

1961, Birmingham

Scrittore inglese. Ha svolto molte attività: insegnante di poesia inglese all'università di Warwick, musicista semiprofessionista, correttore di bozze, giornalista e scrittore freelance. È considerato uno dei più grandi talenti narrativi inglesi e si distingue per l'originalità dei suoi racconti e l'acuto spirito contro le contraddizioni della società inglese. È stato autore di biografie: di Humphrey Bogart e di James Stewart (pubblicate in Italia da Gremese editore). Tra i suoi romanzi - editi da Feltrinelli - ricordiamo: La famiglia Winshaw (1995), Questa notte mi ha aperto gli occhi (1996), La casa del sonno (1998), L'amore non guasta (2000), La banda dei brocchi (2002), Donna per caso (1985-2003), Caro Bogart (2009), I terribili segreti...

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