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Ecco giunto l'anti-Kagan (autore di Paradiso e potere, cfr. "L'Indice", 2003, n. 9). Il merito è di un europeo a tutto tondo, che unisce nella propria personale esperienza esistenziale e culturale quell'Est e quell'Ovest europei a lungo separati dal Muro di Berlino. La lunga e positiva frequentazione con gli Stati Uniti mette del resto Todorov al riparo da un facile antiamericanismo che tutto sospetta e niente dimostra, ma fornisce al tempo stesso elementi seri di conoscenza. Todorov smonta così l'inesattezza e l'ipocrisia di chi definisce "neoconservatrice" l'attuale politica americana: di conservatore non c'è un bel nulla, semmai le radici sono da ricercarsi in una politica internazionale che rimodula e fonde in un amalgama inedito ed esplosivo i concetti di "rivoluzione permanente", "democrazia liberale" e "interesse nazionale". Non a caso molti esponenti dell'amministrazione Bush sono di originaria formazione trozkista o maoista, osserva Todorov, il quale propone di ribattezzarli più propriamente "neofondamentalisti": "fondamentalisti perché si richiamano a un Bene assoluto che vogliono imporre a tutti; neo- perché questo Bene è costituito non più da Dio, ma dai valori della democrazia liberale". Cosa contrapporre alla iperinterventista politica estera americana? Un'Unione europea, "forza tranquilla", capace di dotarsi finalmente di un proprio esercito autonomo usato per assecondare una politica dettata sia dal realismo che dall'idealismo. Si deve insomma sapere che "non si è condannati alla scelta tra imperialismo e impotenza". Un "uso calmo della potenza" può ridare all'Europa autonomia ed efficacia nelle proprie iniziative di politica estera, e agli Stati Uniti coscienza di quei limiti che loro stessi ci insegnarono a suo tempo essere il fondamento della civiltà liberaldemocratica.
Danilo Breschi
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