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I Canti Orfici di Dino Campana (Marradi 1885 – Castel Pulci 1932), pubblicati in maniera a dir poco rocambolesca nel 1914 e in un clima di accesa polemica nei confronti dell’egemone ambiente fiorentino di primo Novecento impersonato soprattutto dalla temutissima “ditta” Papini & Soffici, si impongono per un originale profilo stilistico e letterario che il tempo non ha scalfito. Qualità che è dei grandi libri, di quei libri cioè che, per combinazioni assolutamente segrete e davvero uniche, riescono ad esprimere, in un tratteggio sempre ispirato, l’atmosfera di un’intera epoca. Campana si è fatto portavoce dell’esigenza di modernità della poesia italiana di quel periodo, curvando tale esigenza in direzione della grande tradizione simbolista e decadente europea di fine Ottocento. E la lezione mallarmeana del libro “unico”, “assoluto”, in grado di dare senso a un’intera vita non solo è assimilata da Campana con magistrale finezza e sensibilità, ma è anche una lezione dipanata lungo l’asse di quell’orfismo, di derivazione principalmente nietzschiana, che costituisce un’altra grande direttrice culturale dei Canti Orfici. Riferimenti impegnativi che non mortificano, ma anzi valorizzano ed esaltano, il particolare progetto poetico di Campana, alimentando un affascinante e mai banale intreccio di tradizione e modernità. Basti solo segnalare qualche elemento di questa straordinaria fusione: la particolare impaginazione narrativa di certe immagini, la sensibilità cinematografica nel rendere certe situazioni, certi quadri, certi ambienti, per non parlare poi dello stretto, e sempre proficuo, rapporto che la scrittura intrattiene con il mondo delle arti figurative, e ancora il tema del “viaggio” come cifra inequivocabile di un moderno metropolismo culturale. Elementi, questi, non solo di grande fascino per un lettore di oggi, ma che inscrivono i Canti Orfici in quel progetto artistico, tenacemente perseguito da Campana per tutta la vita, di una “poesia europea musicale colorita”. Espressione che è, a guardar bene, il vero centro di attrazione di questo esemplare, graffiante e insieme tenero libro.
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