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L'officina del Vate. I Taccuini di «Primato» 1896-1907
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L'officina del Vate. I Taccuini di «Primato» 1896-1907 - Gabriele D'Annunzio - copertina
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officina del Vate. I Taccuini di «Primato» 1896-1907

Descrizione


I Taccuini sono la vera “officina” di Gabriele d’Annunzio. Il poeta descriveva, con rapidi cenni, i luoghi e le persone che incontrava nel suo girovagare per l’Italia e per l’Europa. Questo materiale, scritto sul “campo”, viene quasi sempre impiegato nelle opere maggiori, in particolare, per quel che riguarda i Taccuini di questo volume, il romanzo Il fuoco e le poesie di Maia. Il valore non è solo filologico. Questi, infatti, sono i Taccuini pubblicati da “Primato”, la rivista di Giuseppe Bottai, e rappresentano un tentativo di dare un illustre antenato al Fascismo. Tentativo non riuscito, come dimostra la storiografia più recente. Ma i Taccuini sono anche una bella lettura, a prescindere da tutto il resto. L’occhio del Vate è infallibile, e le sue note, talvolta, si alzano al livello della poesia.
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Dettagli

2023
15 aprile 2023
104 p., Brossura
9788833374505

Conosci l'autore

Gabriele D'Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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