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Anno edizione: 2012
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La casa editrice milanese "Il Saggiatore" rifonda dopo più di cinquant'anni l'elegante collana di narrativa breve e saggi " Le Silerchie", e tra i primi volumi proposti offre ai lettori un racconto del 1929 di Annemarie Schwarzenbach. Nata a Zurigo nel 1908 e morta nel 1942, la Schwarzenbach fu scrittrice anticonformista e ribelle, omosessuale e morfinomane, viaggiatrice instancabile e chiacchierata protagonista dei salotti dell'alta borghesia europea. In questo racconto ambientato nel fantastico e ovattato ambiente degli hotel di lusso engadinesi, in ristoranti frequentati da raffinati e danarosi clienti provenienti da tutto il mondo, su piste da sci e da pattinaggio curate maniacalmente, in bar esclusivi animati dalla musica di orchestrine jazz, la giovanissima Annamarie descrive l'incontro folgorante, addirittura "devastante" con una misteriosa e seducente signora. "Di fronte a me c'è una donna, indossa un cappotto bianco, il suo viso è abbronzato sotto una capigliatura scura, pettinata all'indietro con rudezza maschile, rimango colpita dalla forza, bella e luminosa del suo sguardo, e ora ci incontriamo, per lo spazio di un secondo, e provo l'irresistibile impulso di avvicinarmi a lei, un impulso ancora più aspro e doloroso di seguire l'immenso ignoto che si desta in me come un desiderio ardente e un invito". "Vedere una donna" ("Eine Frau zu sehen"): con queste tre parole inizia la narrazione, quasi a indicare una rivelazione, l'illuminazione di un'anima "solo per un secondo, solo nel breve spazio di uno sguardo... come se dovessimo incontrarci sulla soglia dell'ignoto, questa frontiera oscura e malinconica della coscienza". L'incontro avvenuto in ascensore avrà ovviamente un suo seguito, quando la giovane scrittrice decide di seguire il suo "diritto al desiderio".
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