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Un libro emozionante e potente che riesce a coinvolgere e scuotere il lettore.
«Lia Levi ha il dono di scrivere come se si confidasse.» – Giulio Busi, Il Sole 24 Ore
«È incredibile quanta materia Lia Levi riesca a condensare dentro i suoi romanzi. Ed è ancora più incredibile la leggerezza con cui sa trattare questa materia densa e a tratti incandescente.» – Paolo Di Stefano, Il Corriere della Sera
Roma nel periodo delle leggi razziali. Come è possibile che Giulio Limentani, commediografo di successo, si trovi a seguire un proprio lavoro di scena in un teatro, nascosto in incognito in un angolo del loggione? E come riusciranno a vivere il loro amore i due quindicenni Colomba e Ferruccio, lei ebrea e lui figlio di un gerarca fascista? Infine un tragico dilemma: la classe dirigente ebraica di quegli anni è forse colpevole di aver sottovalutato il pericolo? E se è un figlio ad accusare di questa inadeguatezza il proprio padre?... Tre vicende diverse se pur collegate in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro interessante, scritto bene. Tre storie che si intrecciano. Mi è piacito soprattutto la ricostruzione storica, sempre con nuovi particolari da conoscere.
Forse ho letto questo libro subito dopo aver letto il libro di Segre e diversi altri ottimi romanzi, che mi hanno reso piu' severo del dovuto, tuttavia non mi ha convinto per nulla. Peccato perche' le storie sono interessanti, oltre allo stile di scrittura che non mi e' piaciuto assolutamente, si tende troppo a banalizzare ogni cosa, ogni sentimento, ogni conflitto. I personaggi che si trovano insieme a raccontare storie non hanno nulla in comune, nulla di credibile, non hanno spessore, sembrano piovuti li' per caso, dicono cose a caso. Sembrano snob annoiati. Non hanno nulla da spartire tra di loro e di punto in bianco si mettono a narrare storie che vengono dal profondo della loro storia anche personale. Il personaggi delle storie pur interessanti sono anch'essi poco credibili: o eccessivamente eroici o eccessivamente sprovveduti. Come dice Segre nel suo ultimo libro, non si rende giustizia alla tragedia dell'Olocausto banalizzandola con buoni sentimenti o con la retorica dell'eroismo.
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