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Omelie dell’Illustriss. e Reverendiss. Monsignore Fr. Adeodato Turchi dell’Ordine de’ Capuccini [sic] Prelato domestico, assistente al Soglio Pontificio Vescoo di Parma e Conte ec.Assisi, nella Stamperia Vescovile di Ottavio Sgariglia, 1800
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In 8, [mm. 128 x 89], pp. 88.In cartone rustico coevo, con nervi passanti per un migliore ancoraggio della coperta. Risguardi con piccole macchie. Esemplare perfetto ancora in barbe.Il cappuccino Adeodato Turchi (1724-1803) fu celebre oratore, simpatizzante delle idee, collaborò con Léon Guillaume du Tillot che era stato incaricato da Filippo V di Spagna di occuparsi del figlio Filippo di Borbone. Quando questi fu nominato duca di Parma nel 1784, lo seguì come consigliere, nominato dapprima Intendente Generale della Casa, compito per il quale doveva occuparsi dai pagamenti delle spese alla direzione di spettacoli e feste, divenne poi ministro dell’economia e degli affari esteri. Nell’ambito della politica illuministica e giansenista del duca, sanò le finanze e contribuì alla creazione di scuole pubbliche: grazie a lui nacquero l’Accademia di Belle Arti, il Museo, la Stamperia Reale affidata poi a Bodoni e interviene anche sul tessuto urbanistico della città che in quegli anni vede la soppressione del Tribunale dell’Inquisizione e la cacciata dei Gesuiti, divenendo un polo attrattore culturale di livello europeo. In questo momemnto storico si inserisce dunque l’attività di Adeodato Turchi che da collaboratore del Du Tillot ed esponente di punta di un cattolicesimo illuminato divenne poi fustigatore dei costumi del secolo e zelante difensore di una ortodossia impegnata a difendere i suoi dogmi e le sue posizioni, paradigma delle difficoltà che le menti aperte e sensibili incontravano nel tentativo di conciliare fede e ragione, arrivando a prendere posizione contro le donne lettrici che rischiavano la corruzione.Le Omelie in questa edizione vennero pubblicate per la Quaresima degli anni 1796-1800 e dunque illustrano assai bene il pensiero di un religioso in una città attiva culturalmente nell’epoca della Rivoluzione francese e all’avvento dell’epoca napoleonica.Ottavio Sgariglia fu attivo ad Assisi fra il 1780 ed il 1852 e fu certamente il più prolifico fra i tipografi attivi in città, adeguando le sue stampe ai mutamenti politici e religiosi che nel corso della sua lunga attività si verificarono, come del resto bene ci informano le indicazioni sui frontespizi dove di volta in volta è “Stampatore Vescovile e Pubblico”, “Stampatore Nazionale”, “Cittadino Stampatore della Municipalità”, “Stampatore Consolare” fino ad indicare la propria officina sempre nel 1800, anno di edizione dell’opera come “Stamperia Imperiale di Ottavio Sgariglia”.Morotti F., Tipografia ed editoria in Umbria. Assisi, Perugia 1966, pp. XVII- XXXI, num. 605: con i suoi tipi le omelie di Adeodato Turchi ebbero diverse edizioni.
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