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Onore e mestiere. Le riforme militari nel Piemonte del Settecento - Paola Bianchi - copertina
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2002
1 gennaio 2002
340 p.
9788871581033

Voce della critica

La ricerca di Bianchi appartiene a quel recente filone di storia militare che in Italia fa capo alle iniziative di Piero Del Negro e di Claudio Donati e che mira a utilizzare gli eserciti come chiavi di accesso alla conoscenza degli apparati statali e del sistema sociale degli onori. Alcuni imprescindibili modelli francesi e anglosassoni e in ambito piemontese diversi studi hanno di recente affrancato la storia militare dall'idea che dovesse venire trattata come tecnica e pratica della guerra. Si è invece messo l'accento su quegli elementi che collocandosi prima e fuori dalla guerra guerreggiata pongono l'organizzazione militare tra i pilastri dello stato moderno sia per la dimensione umana e finanziaria che assunse sia per i tanti legami che intrecciò con la politica e con la cultura. Da questo punto di vista il libro valuta analiticamente le trasformazione settecentesche indotte dalle riforme ideate da uno stato che nel mestiere delle armi vedeva realizzata una sua profonda e peculiare vocazione indipendentemente dai risultati concreti che seppe conseguire a lungo deformati dalla retorica militarista che accompagnò il Regno di Sardegna fino all'Unità. Trattare di esercito ha significato addentrarsi nei meccanismi sociali con cui interagiva l'apparato militare messo sotto osservazione nelle sue diverse articolazioni che si rifanno a un ampio ventaglio di temi quali la riorganizzazione amministrativa il diritto della guerra il reclutamento le scuole le carriere e le gerarchie. Particolarmente innovative le pagine sulle Reali scuole d'artiglieria costituite nel 1739 con notevole anticipo rispetto ad analoghe istituzioni europee e sulla prestigiosa Accademia reale fondata nel 1678 che richiamava rampolli di tutta l'aristocrazia europea i quali vi si recavano per apprendere il mestiere delle armi e i codici sociali del loro ceto.
Dino Carpanetto

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