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Quando Papa Paolo VII muore inaspettatamente, Gabriel Allon viene convocato a Roma dal segretario personale del pontefice, che ha ottime ragioni per sospettare che il Santo Padre sia stato assassinato: la guardia svizzera in servizio davanti agli appartamenti papali quella sera è scomparsa, e così pure la lettera che il pontefice stava scrivendo. Una lettera indirizzata proprio a Gabriel Allon… L'ex capo dell'Intelligence israeliana accetta di indagare, e scopre che il pontefice stava combattendo una guerra privata contro il potentissimo Ordine di Sant'Elena, e che intendeva affidare proprio a lui un misterioso e controverso libro trovato nell'Archivio segreto del Vaticano. Ma l'Ordine è disposto a tutto per evitare che quel volumetto arrivi nelle mani di Allon, e lui è altrettanto deciso a trovare le prove della cospirazione. Sarà una missione all'ultimo respiro, che lo porterà da Firenze a un monastero di Assisi, dai sotterranei dell'Archivio Vaticano alla Cappella Sistina, dove Allon assisterà a un evento a cui nessun laico era mai stato ammesso prima di lui: la sacra consegna delle chiavi di San Pietro al nuovo papa.
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In commercio dal:
4 marzo 2021
Pagine:
408 p., Rilegato
EAN:
9788869056116
3,38/5
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Talisie
29 agosto 2022
Forse è ora che Gabriel Allon vada in pensione. Questa ennesima vicenda che lo vede protagonista convince poco anche se perfettamente calata nell’ attualità. Infatti, come di prammatica, Daniel Silva assicura che l’opera è frutto di fantasia, ma quando il presidente russo si chiama Vladimir e ha una biografia identica a quella del reale capo di stato di quel paese, quando si allude alla straricca e potente oligarchia dell’ ex impero sovietico, quando si parla del riciclaggio delle opache fortune di miliardari venuti dal nulla davvero non si fa fatica a ricostruire gli spunti da cui è partito. La violoncellista in questione poi non convince proprio: naturalmente bellissima, esperta di economia, suona divinamente e quando non è immersa in loschi sotterfugi bancari suona interi pezzi nella sua testa, si premura di sottolineare l’autore, senza sbagliare una nota. Disgustata dai manéggi di una banca senza scrupoli, accetta l’offerta degli israeliani e rischia la vita scoperta dagli scherani del suddetto Vladimir. Toccherà ancora una volta al prode Allon correre a salvare la sventurata, ma tutto il romanzo appare condotto con poca convinzione e una certa stanchezza, tra l’altro appesantito da delucidazioni complicate su come “lavare” il denaro sporco. C’è poi una coda finale con il ferimento del nostro eroe nella giornata dell’insediamento del nuovo presidente USA, guarda caso un democratico succeduto a un repubblicano che ricalca perfettamente Donald Trump che poco si collega con i fatti precedenti. In conclusione, essendo Silva un maestro del genere, il libro si legge con piacere, ma siamo alle battute finali della saga e d’altra parte a circa settant’anni, tanti ne dovrebbe avere, dopo aver sbaragliato i cattivi di mezzo mondo - gli mancherà forse solo la Cina- sarà forse il caso di mettersi a riposo. Un’ultima curiosità: ma perché l’autore lo ha creato di corporatura modesta, particolarità che viene regolarmente sottolineata in ogni episodio?
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Talisie
11 agosto 2022
Ennesima avventura di Gabriel Allon, ma non certo la migliore. La trama si concentra nella Città del Vaticano dove la morte sospetta di papa Paolo VII innesca una serie di eventi la cui complessità dovrà ancora una volta essere sbrogliata dalla spia israeliana. Intrigante senz’altro il rapporto fra massimi esponenti della Chiesa cattolica e l’agente ebreo, ma questo è senz’altro l’aspetto più riuscito, cioè la caduta di una barriera religiosa che per tanti secoli ha diviso i due campi confessionali. Un po’ pesante è invece il contorno della ricostruzione storica, superflua per la maggior parte dei lettori italiani che non hanno certo bisogno di essere ragguagliati sulle ultime ore di Cristo. Lodevole invece l’accuratezza degli spostamenti dei vari personaggi: si percepisce ad esempio che ben nota è a Silva la topografia di Roma di cui vengono correttamente citate piazze e strade. Doverose le solite righe che ci assicurano che tutto è frutto della fantasia dell’autore, ma è facilissimo riconoscere i vari populisti che oggi strizzano in Europa l’occhio a derive pericolosamente di destra: anche il lettore meno accorto sarà in grado di decrittare chi si nasconde sotto nomi ovviamente di fantasia. Amara suonerà agli abitanti della capitale l’osservazione sullo stato deplorevole della città eterna, splendida sempre, ma ignobilmente offesa dalla sporcizia e dall’incuria: ovviare a questo stato di cose si intuisce che sarebbe impresa impossibile anche per un uomo eccezionale come Allon.
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rigus68
25 febbraio 2022
Morto un papa se ne fa un altro?
Gabriel Allon, alto dirigente del Mossad, l’intelligence israeliana, è convocato con urgenza a Roma dal segretario privato del Pontefice, l’arcivescovo Luigi Donati, della Compagnia di Gesù, di fatto una sorta di capo di stato maggiore della Chiesa cattolica romana, per indagare sulla morte improvvisa di papa Paolo VII. I due capiscono che è stato perpetrato un omicidio e si sguinzagliano in diverse città europee alla ricerca dei potenziali assassini. Riescono a ricondurre il delitto a una potente organizzazione, l’Ordine di St. Elena, potentissima setta di destra che vuole mettere sul seggio pontificio un suo adepto che cancelli le riforme progressiste del suo predecessore. Attribuisco tre stelle per la valida scrittura, ma la trama è fasulla. (1) La storia dell’assassinio del papa non è una novità. Diversi romanzi inchiesta sono stati scritti: da David A. Yallop (In God's Name: An Investigation into the Murder of Pope John Paul I) nel 1984; da John Cornwell (A Thief in the Night. Life and Death in the Vatican) nel 1989 e da Luis Miguel Rocha (La morte del Papa) nel 2011. (2) Silva è alla ricerca di un tomo misterioso, il Vangelo secondo Pilato, pur sapendo benissimo che è una pura invenzione, è un testo mai esistito. (3) La vera preoccupazione di Silva è dichiarare la piena innocenza del popolo ebreo, perseguitato da 2000 anni a causa dei quattro vangeli, di Marco, Matteo, Luca e Giovanni che, con la complicità di Origene e Agostino, hanno fatto ricadere la colpa del martirio di Cristo sugli ebrei, per una malaugurata frase pronunciata dalla folla alla sua crocefissione: “il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. Anche se in principio ha ragione, questa dichiarazione d’innocenza non ha più molto senso oggi (Anno Domini 2022) in quanto da decenni la Chiesa Cattolica ha ampiamente sconfessato il passato di accuse sugli ebrei. Forse la parte più interessante è il finale quando assistiamo quasi in diretta all’elezione del nuovo papa, con nomina a sorpresa.
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