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Anno edizione: 2016
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David Mitchell scrive bene. Molto. Riesce a creare un romanzo fatto di sei/sette racconti narrati ogni volta da una persona diversa in momenti differenti del tempo. È la storia di un viaggio che inizia con le disavventure di una ragazza, per poi svilupparsi in diversi momenti della sua vita, ogni episodio intrecciato intorno a lei (anche se non è lei sempre la voce narrante). Il finale è stupendo. Personalmente l'ho trovato poco scorrevole, ma è veramente una lettura importante, che alla fine ha lasciato molto.
La lunghezza del romanzo, la complessità della trama, le descrizioni dettagliate e i salti da una vicenda all'altra potrebbero scoraggiare i più. Ma quando inizi un romanzo di David Mitchell non puoi non restare ammirato di fronte alla forza immaginifica di questo grande autore. La protagonista ha un che di epico, rimane un punto saldo dall'inizio alla fine, inossidabile. Forse il penultimo capitolo è quello più debole ma il finale è straordinario, ti lascia dentro una sensazione strana, un misto di malinconia e nostalgia, ma anche un senso di vittoria. Del bene, quello vero.
Lettura Impegnativa, sicuramente non per tutti. Confesso di aver interrotto la lettura due volte, per staccare un po' la spina e leggere qualcosa di magari un pochino più leggero. Poi ho ripreso per via di tanta curiosità. Il primo limite, dunque, è la lunghezza. Troppo lungo e per tre quarti di libro non capisci cosa stai leggendo. Le storie non sembrano apparentemente legate fra di loro, se non per una pura coincidenza di incontri casuali. Conseguenza di ciò: la noia e la voglia di saltare pagine. Secondo limite, il fatto che quando finalmente capisci quale sia la tipologia di libro che hai in mano, forse ti accorgi che la descrizione stile videogame dei combattimenti non è proprio la parte migliore del talento dello scrittore, abile narratore e affabulatore, ma scarso regista di duelli e combattimenti. Finale piacevolissimo e originale, cosa non da poco. Fosse stato 200 pagine più corto... avrei messo un punto in più. E' stata comunque un'esperienza mistica: come leggere Umberto Eco, Nick Hornby e George Martin nello stesso libro.
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