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Le origini della Banca Mondiale. Una deriva conservatrice - Michele Alacevich - copertina
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Le origini della Banca Mondiale. Una deriva conservatrice - Michele Alacevich - copertina

Descrizione


Nel secondo dopoguerra la Banca Mondiale dovette affrontare per la prima volta il problema del sostegno ai cosiddetti paesi in via di sviluppo, trovandosi costretta a riconvertirsi dal sostegno alla ricostruzione europea agli aiuti allo sviluppo nel resto del mondo. Una delle istituzioni attualmente ai vertici dell'economia mondiale attraversò allora una fase di definizione di quali dovessero essere i propri obiettivi e quali i mezzi per raggiungerli. Attraverso la consultazione di materiali d'archivio mai utilizzati prima d'ora, Alacevich indaga sulle istanze culturali, politiche e ideologiche che contribuirono a dare origine alle scelte di politica economica della Banca Mondiale nei confronti dei paesi più poveri. L'autore si concentra anche sul contesto storico nel quale essa si trovò a operare, gli anni in cui il mondo si divideva nei due schieramenti della guerra fredda, in cui nascevano nuovi stati, spesso economicamente arretrati, in cui la politica internazionale postbellica degli Stati Uniti prendeva forma e l'élite finanziaria di Wall Street conquistava inedite posizioni di potere. Nuovo e importante contributo a un ambito di studi piuttosto inesplorato, questo libro permette, attraverso una riflessione storica, politica ed economica, di analizzare le dinamiche interne ed esterne alla Banca Mondiale e di comprendere a fondo la natura dello scontro fra tendenze conservatrici e spinte progressiste che ancora oggi si confrontano al suo interno.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
XXI-261 p., ill. , Brossura
9788842420125

Voce della critica

A maggio 2007 la Banca mondiale ha celebrato sessant'anni di attività operativa, dal primo prestito effettuato (alla Francia) nell'ambito dei processi di ricostruzione postbellica. Cade dunque particolarmente opportuno il bel libro di Alacevich, a ricordarci la complessa vicenda sottesa al passaggio di fase della banca, a cavallo degli anni quaranta, dal sostegno alla ricostruzione alla "sua seconda missione, ovvero il sostegno allo sviluppo dei paesi membri economicamente arretrati". È una vicenda, mostra l'autore, intessuta di conflitti e polemiche, ideologici, istituzionali e personali. Non senza qualche ridondanza di echi teorici (incluso un riferimento alquanto estrinseco ai travagli creativi di Brecht), che ne denunciano l'origine in una tesi di dottorato, il libro combina efficacemente una buona padronanza della letteratura di sociologia economica e istituzionale, lontana e vicina (da Merton a Granovetter), con una vasta esplorazione negli archivi della banca. E fornisce dunque un contributo originale, che copre un vuoto nella storia economica e del pensiero economico. La "deriva conservatrice" del titolo allude all'affermarsi, negli anni indicati, di una linea strettamente informata ai dettami dell'establishment di Wall Street ("Non possiamo perdere tempo con l'istruzione e la salute! Siamo una banca!") rispetto alla possibilità di accogliere "anche punti di vista più aperti e più vicini alla complessa realtà non solo economica, ma anche sociale, dei paesi in cui [la banca] intendeva intervenire".
  Ferdinando Fasce

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Conosci l'autore

Michele Alacevich

Professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali presso l’Università di Bologna e studioso di storia economica e storia del pensiero economico. Vanta numerose pubblicazioni, tra cui: Le origini della Banca Mondiale. Una deriva conservatrice (Mondadori, 2007), Economia politica. Un'introduzione storica (con Daniela Parisi – Il Mulino, 2009), Breve storia della disuguaglianza (con Anna Soci – Laterza, 2019).

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