L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Studiando la Rivoluzione francese, Taine ha analizzato gli atteggiamenti, il comportamento e la psicologia dei rivoluzionari moderni (direi quelli nati dalla cultura del Settecento), scrivendo, certamente senza averne l'intenzione, un manuale di antropologia delle rivoluzioni, che è ancora validissimo. I suoi ritratti di idealisti velleitari e di giacobini decisi a ignorare la realtà, pur di rimanere fedeli a idee astratte e rigide, permettono di comprendere meglio anche i protagonisti, prima liberali e poi bolscevichi, della Rivoluzione russa. Lo storico inglese Orlando Figes, nel suo bel libro sulla Rivoluzione russa "La tragedia di un popolo", a proposito dei politici del primo governo provvisorio (marzo 1917), usa quasi le stesse parole usate da Taine, quando parla della fase iniziale della Rivoluzione francese. "Le onorevoli intenzioni liberali e l'innata sfiducia nella coercizione dello stato impedivano loro di prendere le misure necessarie a difendere dalla minaccia dell'estremismo le amate libertà costituzionali... e finirono semplicemente per legar loro le mani nella lotta contro la delinquenza e la violenza crescenti... Gli uomini del Febbraio, convinti in cuor loro di essere stati portati al potere da una rivoluzione incruenta, non volevano avere le mani sporche del sangue del popolo. Questa debolezza finì per travolgerli." Quella che venne dopo fu la lunga epoca bolscevica: guerra, repressione, miseria e lavoro coatto. Le somiglianze fra i bolscevichi e i giacobini francesi, alla cui tradizione i primi si onoravano di appartenere, sono impressionanti. Le poche pagine finali sulla Francia di Napoleone Bonaparte fanno rammaricare che Taine non abbia potuto portare a termine la sua splendida opera. Egli paragona la nuova società uscita dalla rivoluzione a una caserma lustra e prospera, ordinata e burocratica, dove gli uomini non hanno più libertà né immaginazione. Una visione profetica della società odierna.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore