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Un saggio ponderato, intriso di profonda sensibilità e di incredibile lucidità su un territorio, quello del Nordest italiano, liquidato troppo spesso dai media e dalla cultura nazionale come "periferico". Se è vero che lo è, periferico, da un punto di vista strettamente geografico, non lo è di certo dal lato economico e tantomeno culturale. E c'è chi nel resto dell'Italia non lo vuole riconoscere, o perché realmente questo territorio non lo conosce proprio, o, il più delle volte, perché ne teme la potenziale concorrenza. Il Friuli e il Veneto hanno tanto da dare e tanto da insegnare al resto d'Italia, dal valore attribuito alla fatica alla brama dei "schei", intesi non tanto come veicolo di comfort e agi, ma come strumento di emancipazione. Tanti, in queste terre, sono gli esempi culturali e imprenditoriali che potrebbero fungere da modello per il resto d'Italia, ma troppo spesso altrove si preferisce, forse per invidia, giudicare i Veneti e i Friulani con superficialità come "antipatici" e dunque incapaci di fornire modelli. Cosa che, leggendo questo saggio di Villalta, si capisce non essere vera. Separando il Nordest dall'immagine che la politica ha accollato a questo territorio, si scopre un tesoro nazionale di rara bellezza e genuinità, confuso, per via dei cambiamenti degli ultimi anni, e stordito dalla distanza siderale tra il passato rurale-arcadico ed il presente smembrante-globalizzato, ma pur sempre vivo e pulsante, ripeto, sia nella cultura, anche grazie allo stesso Villalta, sia nell'imprenditoria. A mio parere questo è un saggio di rara importanza, completo e preciso, per leggere il Nordest del presente. Da far leggere nelle scuole delle province di VE, PD, TV, BL, VE, VR, VI, PN, UD, GO, TS; magari nei licei, per lo meno.
Mi aspettavo un saggio, ma non è così; è un insieme di aneddoti, ricordi personali, impressioni, riferimenti letterari. Totto piacevole, secondo me corretto, a volte anche acuto. Il nord-est però non è solo questo, nel senso che Villalta si riferisce prevalentemente alla zona tra Friuli occidentale e Veneto sud-orientale, ove egli vive, il nord-est, con i suoi cambiamenti traumatici, la devastazione del territorio (senza pari in Europa), il repentino e disuguale arricchimento è ben più ampio e complesso (montagna, coste...). Ciò detto, riconoscendo la difficoltà di un'analisi approfondita ed estesa a tutti i campi della vita e quindi la necessità di brevità, pur non trovando nell'opera la risposta al perchè siamo diventati così antipatici (è una realtà)mi sono divertito nella lettura. Per chi non vive questa realtà, può essere uno spunto per cominciare a capire alcuni fenomeni che agli occhi degli estranei appaiono quantomeno bizzarri e che, estendendo lo sguardo al futuro, sono invece (schei a parte) drammatici.
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