Una paga da fame. Come (non) si arriva a fine mese nel paese più ricco del mondo

Molto coinvolgente sia per l'esperienza che per il modo con cui viene narrata l'esperienza stessa. Solleva alla fine parecchie riflessioni. In ordine sparso senza alcuna priorità:interessante il fatto che una donna, una giornalista di successo di cultura superiore alla media voglia cimentarsi a 50 anni in una esperienza di cui non conosce i confini e la possibilità concreta di farcela; notevole il fatto che una donna atea desidera conoscere fino in fondo il mondo, la vita degli "ultimi" con tutte le loro sofferenze, umiliazioni e privazioni; tutte condivisibili le sue osservazioni finali. Sono stato nel '78 in Rwanda per un mese come medico volontario e sono stato per 2 settimane a Chicago in giro insieme ad amici per supermarket di vario tipo. Il contrasto è stridente: la Ehrenreich ha provato sulla sua pelle questo e altro ancora durante il suo mese di "internamento". Mancano a questa gente la scuola, trasporti pubblici, l'accesso a servizi sanitari decenti, una alimentazione degna di tale nome. Se non si hanno in giusta proporzione carboidrati, proteine, grassi e vitamine nessuno di noi può lavorare allegramente e pensare di andare ogni giorno con il sorriso sulle labbra. Lo stupore è che questo popolo, con i problemi socio-economici che la B. E. ha esposto, ha accettato di affrontare una guerra dalle proporzioni che sappiamo e che continua dal 2001 ad oggi a mietere vittime. Questo per me resta un mistero. Forse è stata la forza delle lobbies a volere tutto ciò, ma pagano ancora "gli ultimi".

molto vero e per nulla ipocrita... poi, forse può non piacere, ma la realtà non sempre e non per tutti è facile da accettare. Leggetelo!

Scritto con un linguaggio un po' crudo (a volte in qualche espressione quasi scurrile) ma comunque un libro dal contenuto intenso e vero. Molto belle le considerazioni finali dell'autrice.