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Quanta storia, quante amicizie,molto speciali, come le frequentazioni: Pavese alle prese con le traduzioni; Pivano, Vittorini, Olivetti tra fabbrica e comunità nella concezione multipla della proprietà; Abbagnano, esistenzialista positivo, "didatta formidabile" che "si era formato alla scuola di Alliotta, al di fuori dell'influenza crociana e gentiliniana"; Bobbio, Musatti, Gemelli, etc. Da Professore di Sociologia,coi colleghi: Calogero, Spirito, Sasso, Colletti,nella diversità degli studenti di allora rispetto a quelli di oggi che scrivono in un italiano uniformizzato o svuotato per colpa dell'orrendo gergo televisivo. Il Sessantotto, che è l'inizio della fine "Troppa baldoria e poca analisi" con tanta "emozione da vendere. Nella sua prima fase (..)a) scoperta dell'autodeterminazione; b) burocratizzazione dell'ispirazione; c) la deriva della violenza". Il migliore a Trento fu Rostagno. L'esperienza della direzione dei Quaderni di sociologia con altri specialisti della "toeletta del morto" Barthes) e poi la fondazione di La critica sociologica. Il movimento studentesco che dimostra la funzione conservatrice nella misura in cui si faceva strumento di una più efficiente prestazione delle istituzioni esistenti, configurando in proposito una funziona analoga al 'pool' milanese di 'Mani pulite (.) vale a dire la funzione di tecnici della regola che fanno paradossalmente la rivoluzione semplicemente esigendo l'applicazione di leggi già vigenti". Le esperienze politiche dove il politico è intrattenitore ormai, con cosmesi facciale,in un deficit di democrazia.Eccoci alla banalizzazione della politica, ai partiti pigliatutto, interclassista, trasversale, obbligato a dialogare con lo insieme della società e sue culture. tanto ormai la società non è civile, ma incivile e "saremo probabilmente messi di fronte a un popolo di informatissimi idioti". Ferrarotti si congeda orgogliosamente "sono nato, intellettualmente, autodidatta" sentendo sul collo il fiato dell'odio imbecille
bello molto bello
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