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Il papocchio di Renzo Arbore - DVD
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Descrizione


Convocato da sua Santità in persona, un regista televisivo riceve l'incarico di mettere in scena uno spettacolo musical-religioso per la televisione vaticana: sul set la confusione è enorme finché Dio stesso interviene a riordinare le cose, sprofondando tutti all'Inferno.
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Informazioni aggiuntive

01 - Home Entertainment, 2013
RAI Cinema
101 min
Italiano (DTS 5.1);Italiano (Dolby Digital 5.1)
Italiano per non udenti
1,33:1 Full Screen
speciale: "Quel Pap'occhio di 30 anni fa" special a cura di Fabrizio Corallo per la regia di Luca Nannini (70')

Valutazioni e recensioni

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Robertinho
Recensioni: 3/5

Riguardare i film fa bene, sopratutto se nella loro versione più integrale e nelle grazie del regista. Arbore trasporta quelli de "L'altra domenica" al cinema con risultati non sempre costanti ma più che discreti. Come esordio ala regia bisogna dirlo, Arbore è trash, ma è proprio quello che lo rende inimitabile. Montaggio particolare ma alquanto trash anch'esso (con sette persone affidate al montaggio effettivamente mi sarei aspettato qualcosa di diverso, qualcosa tipo il montaggio di Celentano in "Yuppi du", ma anche per questo il discorso è lo stesso della regia). La fotografia di Tovoli - mi dispiace dirlo - ma fa proprio schifo. Però il cast stellare è incomparabile! Scene più riuscite: Il coro degli spernacchioni, il dialogo tra Roberto Benigni e il vescovo e il monologo di Benigni sul giudizio universale!

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Andrea
Recensioni: 3/5

Il film a guardarlo oggi è assurdo e forse anche del tutto indigeribile. Ma non lo si comprende se non lo inserisce nel percorso e nella storia, di Arbore certo, ma anche e soprattutto della radio e della televisione italiana. Tutti i protagonisti del film sono stati lanciati da Arbore e tutti facevano parte della combriccola prima della radio ("alto gradimento", un cult assoluto) e poi di spettacoli tv che hanno fatto, letteralmente, la storia (Quelli della notte - Indietro Tutta). Materiale e persone irripetibili. Quindi l'opera va guardata e contestualizzata (del resto Arbore non è Totò) altrimenti, vista con il senno di poi, davvero rischia di non reggere 5 minuti. Il problema è che ormai il pubblico non conosce più nulla della storia di quegli anni. Lo dimostra la critica più sotto che mette insieme Arbore e Moretti, che non è solo una castroneria assoluta, ma è proprio una cosa impossibile perfino da pensare (sarebbe come attribuire le poesie di Lorenzo Il Magnifico a Leopardi). Ma questo dimostra che l'annullamento della memoria funziona, eccome. Vivere tutti in un eterno presente, come se il tempo non passasse. Leggete qualche libro, ogni tanto, visto che siete anche su IBS.

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Marco Amadori
Recensioni: 3/5

Assolutamente sconclusionato, caotico, senza quasi nè capo nè coda... quasi un non-film. Da guardare assolutamente. PS. Non è vero, come viene erroneamente riportato nel primo "commento" (?), che il titolo era "che mi hai portato a fare sopra a posillipo se non mi vuoi più bene" questo era il sottotitolo di F.F.S.S...

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Renzo Arbore

1937, Foggia

Attore, conduttore e regista italiano. Raggiunge il successo, insieme a G. Boncompagni, come innovativo autore-conduttore del mitico programma radiofonico Bandiera Gialla. Approdato alla televisione, alla irriverente comicità goliardica di M. Marenco e F. Bracardi aggiunge l’umorismo surreale di R. Benigni e trasferisce poi il tutto al cinema, scrivendo, dirigendo e interpretando Il pap’occhio (1980), irrispettoso e surreale film comico che subisce ancor oggi una «muta e non dichiarata censura», e F.F.S.S. (Federico Fellini Sud Story), cioè... che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983), parodistica storia di un debutto sanremese. Talento eclettico, oltre a qualche cammeo come attore (Odore di pioggia, 1989, di N. Cirasola) è stato anche supervisore musicale...

Renzo Arbore

1937, Foggia

Attore, conduttore e regista italiano. Raggiunge il successo, insieme a G. Boncompagni, come innovativo autore-conduttore del mitico programma radiofonico Bandiera Gialla. Approdato alla televisione, alla irriverente comicità goliardica di M. Marenco e F. Bracardi aggiunge l’umorismo surreale di R. Benigni e trasferisce poi il tutto al cinema, scrivendo, dirigendo e interpretando Il pap’occhio (1980), irrispettoso e surreale film comico che subisce ancor oggi una «muta e non dichiarata censura», e F.F.S.S. (Federico Fellini Sud Story), cioè... che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983), parodistica storia di un debutto sanremese. Talento eclettico, oltre a qualche cammeo come attore (Odore di pioggia, 1989, di N. Cirasola) è stato anche supervisore musicale...

Roberto Benigni

1952, Misericordia, Arezzo

Attore, sceneggiatore, regista, produttore italiano. Antesignano della scuola di comici toscani, si forma nelle cantine romane e si mette presto in luce per i suoi interventi provocatori in televisione, prima a Televacca e poi, in qualità di falso e ignorante critico cinematografico, a L'Altra domenica di (e con) R. Arbore. Contemporaneamente debutta al cinema con Berlinguer ti voglio bene (1977), film d'esordio di G. Bertolucci, in cui interpreta Sandro Cioni, giovane disadattato di fronte alla crisi delle ideologie. Appare quindi in vari film, fra i quali La luna (1979) di B. Bertolucci e Chiedo asilo (1979) di M. Ferreri, in cui dà vita a un poetico e intenso maestro di scuola elementare, suo primo ruolo non dichiaratamente comico. Ritorna alla sua peculiare comicità in Il pap'occhio (1980)...

Diego Abatantuono

1955, Milano

"Attore italiano. Dopo aver esordito come cabarettista al Derby Club di Milano e con i Gatti di Vicolo Miracoli, viene notato da R. Arbore che lo inserisce nel cast del Pap’occhio (1980). Arrivato al successo nei primi anni ’80 nel ruolo del «terrunciello» in film come Viuuulentemente mia e Eccezzziunale... veramente (entrambi di C. Vanzina, 1982), imprime una svolta alla sua carriera con Regalo di Natale (1986) di P. Avati, in cui mostra pregevoli doti di attore drammatico. Il suo nome si lega poi al successo internazionale di G. Salvatores, per il quale dà vita a estrosi personaggi in Marrakech Express (1989), Turné (1990), Mediterraneo (1991), Puerto Escondido (1992), Nirvana (1997). La sua carriera discontinua alterna convincenti risultati in film d’autore (Il toro, 1994, di C. Mazzacurati;...

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