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La parola e la bomba
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In questo suo nuovo libro, Kureishi presenta il suo punto di vista sul tema dell'Islam estremista in contrapposizione al liberalismo occidentale. Innanzitutto, la sua esperienza di anglo-pakistano, vittima del razzismo a Londra negli anni Sessanta, affascinato dalle opere di Baldwin e di altri scrittori neri americani, ma sospettoso nei confronti dei movimenti più radicali come quelli di Malcolm X e Elijah Muhammad. E ancora: una visita alle moschee londinesi; un'analisi dei pregiudizi delle scuole fondamentaliste, basate sulla rigida divisione fra maschi e femmine; il confronto-scontro tra un padre ossessionato dalla sua stessa rigidità mentale e un figlio che ha sposato le tesi integraliste. Di fronte a tutto ciò Kureishi assume una posizione di nettissima condanna, pur avendo nello stesso tempo il coraggio di coglierne le ragioni, risalendo fino al passato coloniale dell'Occidente e soffermandosi sul vuoto ideologico lasciato dal crollo dei regimi socialisti.
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Autore:
Traduttore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2006
In commercio dal:
30 agosto 2006
Pagine:
141 p., Brossura
EAN:
9788845257223
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giuffro
05 dicembre 2006
Non so spiegarmi, da parte di Hanif Kureishi, la pubblicazione di questo libro. Su 150 pagine, ben 100 sono già state pubblicate in altri suoi libri, alcune addirittura per la terza volta (sia in italiano che in inglese). Quindi, o clamorosa mancanza di idee da parte di Kureishi o il tentativo degli editori di creare dei "greatest hits" con l'aggiunta di inediti, iniziativa mutuata dalla musica pop.
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enrico fabbro
15 settembre 2006
Assolutamente da leggere e da meditare. Ad una scrittura piacevole e per niente accademica si affianca un'analisi lucida e - soprattutto - libera da pregiudizi e sovrastrutture ideologiche o religiose. Il procedimento adottato dall'autore (britannico di padre pakistano e madre inglese)è contrassegnato dal costante, impietoso e a volte ironico smascheramento dei vari e spesso tortuosi percorsi che portano molti giovani di origine asiatica cresciuti nella società occidentale (con tutti i suoi pregi e difetti)ad abbracciare forme di fondamentalismo a sfondo religioso. La conclusione che se ne trae è una condanna netta dei fanatismi di ogni tipo, da qualunque parte essi provengano. Non si tratta tuttavia di una condanna rancorosa, aprioristica e magari immotivata perchè dettata da razzismo o ignoranza: la storia personale dell'autore e il suo sostanziale agnosticismo religioso contribuiscono a permeare le sue analisi e i suoi giudizi (comunque netti) di profondo umanesimo. Quanto bisogno ce ne sarebbe di questi tempi...!
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